Cialente: "Mi sfiduciate? Mi dimetto"

E continua la guerra alla casetta abusiva

20 Dicembre 2010   15:40  

Fu Vincenzo Rivera a sollevare la questione "casetta abusiva", stop all'inondazione di casette temporanee nate dopo il sisma per sopperire alla mancanza di alloggio. Quella esigenza, reale nei mesi di emergenza dopo terremoto, oggi sembra non essere più tale. L'esigenza di mettere ordine nella selva delle casette spuntate in ogni dove, soprattuto nell'area est della città, è ancora viva. Il punto nevralgico della proposta di Rivera è che chi è stato assegnatario di un alloggio nel progetto C.A.S.E. non può, secondo la legge comunale, avere anche la casetta che, una volta ottenuto l'alloggio, deve quindi essere rimossa.

Il Comune, da parte sua, tentò di regolare la nascita di quelle casette, autorizzandone nel maggio 2009 la costruzione solo nei casi di effettiva necessita. Chiunque avesse avuto una casa inagibile, categoria E, avrebbe potuto realizzare una base di cemento e costruirci sopra una mini abitazione, sempre nel rispetto di alcuni vincoli. Dopo un anno e mezzo le autorizzazioni comunali per la costruzione di casette sono state circa 800.
Il comune, di recente spinto dalla posizione di Rivera, sembrava pronto a revocare quel provvedimento attraverso l'approvazione di una delibera che affrontava il problema. Di fatto la delibera è stata poi ritirata.

Inoltre sempre secondo quando dispose il Comune a maggio 2009,  qualsiasi installazione era da considerarsi provvisoria e non poteva superare i 12 mesi.

Dodici mesi sono passati, e non si viene a a capo di nulla. Non si esce dall'impasse. Le casette sono tutte lì, anche quelle di chi alloggia nel progetto case. Di fatto c'è che per risolvere la situazione sarebbe necessario un controllo incrociato,a tappeto, per scovare chi, abusivamente, detiene casetta e alloggio nel progetto case. Resta aperto il problema delle temporaneità : i 12 mesi erano per tutti. Nulla però si evolve.

Intanto al comune dell'Aquila si affilano le armi e si preparano le "micce" per far cadere Cialente. Oggi pomeriggio il consiglio comunale si riunirà, all'ombra sempre viva l'ipotesi di sfiducia per il sindaco. Al sindaco si rimprovera l'incapacità amministrativa. Una città, dicono coloro che intendono sfiduciarlo, abbanodanata, con il proliferare di discariche abusive e di cassonetti stracolmi di immondizia di ogni genere e casette da presepe in ogni dove. Senza un piano di ricostruzione, senza un'idea in grado di portare avanti questa città.

Cialente, senza mezzi termini, manda a dire a coloro che intendono proporre la sua sfiducia "che lo facciano pure, allora io proporrò le mie dimissioni." Sfiducia, o dimissioni, significherebbero ritorno alle elezioni e quanti degli attuali consiglieri contano di essere rieletti? La paura di perdere le poltrone è tanta, chissà se davvero vorranno proporre la sfiducia, che Cialente attende a braccia alzate.

 


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