Cialente a Berlusconi: Presidente torni a L'Aquila

il Sindaco rilancia la nostra inziativa

01 Ottobre 2010   16:18  

(foto dal sito laquilanuova.org)

Lo avevamo chiesto mesi fa, abbiamo lanciato un appello sul nostro sito e poi sul social network facebook: "Berlusconi, torni a L'Aquila!", una richiesta, da cittadini fieriti, al Presidente del Consiglio che tante volte si era recato dopo il sisma nella nostra città affranta e sofferente.

Aveva stretto mani, aveva dispensato sorrisi e ottimismo e rassicurato tutti. Poi un assenza senza fine.

Oggi però è anche il Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, a scrivere a Berlusconi, perché torni ancora una volta, a vedere, con i suoi occhi, quale vita vivono gli aquilani a quasi 18 mesi dal sisma del 2009.

Cialente, nella sua lettera, ricorda i ritardi nella firma dell'ordinanza per le abitazioni in categoria E, la carenza di risorse umane nel Provveditorato alle Opere Pubbliche, soggetto attuatore della ricostruzione, e il chiarimento circa la natura, indennizzo o contributo, del finanziamento per la ricostruzione che, scrive il sindaco, "si va chiarendo solo in questi giorni, grazie all'impegno dell'onorevole Gianni Letta, generoso ed attento alle problematiche aquilane".
Il sindaco sottolinea che i ritardi nella ricostruzione comportano che "ogni mese si spendano milioni di euro (solo nel mese di maggio 10 milioni e mezzo) per il contributo di autonoma sistemazione, piu' altri milioni per gli alberghi".

"Ecco allora - prosegue il sindaco - che il problema non e' quello di avere un altro vice commissario, fra l'altro privo di specifica delega, ma e' quello di cambiare il modo di affrontare questa situazione", sottolineando che come "vice commissario alla ricostruzione sono stato tenuto ai margini, mentre ero del tutto assorbito, con l'intera struttura comunale, nel gestire il difficile e complesso compito dell'assistenza alla popolazione".
Il sindaco torna quindi sull'emergenza economica e sociale, "che - scrive Cialente - nasce dalla distruzione delle fabbriche, con conseguente perdita di posti di lavoro, e che credo sia in gran parte causa del crollo del Pil in Abruzzo e dell'impressionante aumento della disoccupazione e della cassa integrazione nell'area del cratere. Ricordo - scrive ancora Cialente al premier - quando, la sera del 29 gennaio, lei diede un appuntamento a me, al Commissario Chiodi e agli altri sindaci del cratere, per la settimana successiva, allo scopo di confrontarci sull'emergenza economica e occupazionale. Da allora, caro Presidente, la situazione si e' aggravata e quell'incontro e' ancora piu' urgente. Il Comune dell'Aquila e' pronto con le sue proposte, come tutti quelli del cratere, per fare questo incontro con lei e con i titolari dei competenti dicasteri, magari anche qui all'Aquila, dove ci piacerebbe che Lei tornasse. Nel confermarle dunque tutto il mio impegno, ormai ragione di vita, qualunque sara' il mio futuro ruolo, dentro o fuori le istituzioni, le scrivo con estrema sincerita' e con la lealta' di sempre, certo che lei vorra' comprendere le mie posizioni. Affrontare la ricostruzione di una citta' moderna - conclude il sindaco - fara' di questo sforzo collettivo un momento di orgoglio nazionale, nel quale questo Paese possa mostrare al mondo i suoi saperi, il suo saper fare, le proprie capacita' tecnologiche, industriali che sempre riposano su secoli di storia e cultura".

 

 

Il testo della nostra lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi

"Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, quando ha in programma di tornare a far visita alla città dell'Aquila?
Molti aquilani vorrebbero che il Presidente del Consiglio tornasse fra la gente terremotata a portare un po' di chiarezza sul futuro della nostra città.... e chi meglio di Lei può farlo?
Nei terribili momenti dell'emergenza, il suo pragmatismo, la sua mentalità imprenditoriale, il "ghe pensi mi", insomma, hanno contribuito alla soluzione di una situazione drammatica, complessa e senza precedenti, pur nella discutibilità di alcune scelte.
L'Aquila è però oggi una città di gente fiera, ma ferita; spaventata dal futuro; ma più che mai testarda e generosa.
Gente di cuore.
All'Aquila l'attenderebbero contestazioni, forse dure, forse giuste, forse no; noi siamo cronisti e non dobbiamo schierarci, però una cosa è certa: L'Aquila l'attende da troppo tempo.
Da quella sera maledetta in Piazza del Duomo a Milano è cambiato il suo rapporto con la gente e questo, ci scusi se ci permettiamo, è un male.
Torni all'Aquila e venga a vedere con i suoi occhi ciò che è adesso la città; cerchi di capire perché la gente si lamenta: ci creda, non è ingratitudine.
Si troverebbe davanti un popolo spaventato, ferito, che per di più sa di non poter guarire presto..
Allora ci chiediamo perché il Presidente Berlusconi che all'Aquila - durante l'emergenza - ci ha "messo la faccia" non torna qui tra noi e ci spiega anche quello che avverrà con la ricostruzione.
Non è problema di competenze tra enti locali e Governo: gli aquilani hanno creduto principalmente a lei quando è stato avviato il Progetto C.A.S.E.; hanno creduto a quella sfida vinta insieme di spazzare via le tendopoli in pochi mesi; oggi non le perdonano di voler evitare il confronto su una sfida ancora più complessa e vitale: la ricostruzione sociale e fisica della nostra città.
Per questo abbiamo deciso di iniziare questa raccolta di firme - senza colore né bandiera - che vogliono semplicemente invitarla a riprendere un dialogo interrottosi all'improvviso e soprattutto senza un perché.
Speriamo in una sua risposta."

 


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