Cialente alla Caritas: ''Non siamo una missione in Africa!''

L'Aquila agli aquilani

04 Gennaio 2011   13:42  

Subito dopo il terremoto L'aquila era Kabul, ora è diventata una sorta missione in Africa''. E' questa la reazione durissima del sindaco Massimo Cialente rivolta alla Caritas e a tutti coloro che si arrogano il diritto di venire a L'Aquila a decidere cosa, come e dove realizzare interventi post-sismici con i soldi pubblici e frutto delle donazioni a favore degli aquilani, scavalcando gli aquilani e le istituzioni cittadine. Il direttore della Caritas nazionale al monsignor Vittorio Nozza, lo ricordiamo in un intervista famiglia cristiana aveva affermato che erano disponibili 36 milioni di euro di donazioni per vari progetti e interventi, in buona parte di edilizia provvisoria, ma tutti al palo a causa della litigiosità e della lentezza dell'amministrazione comunale. E il Comune ribatte a muso duro: molti di questi progetti non rientrano in una pianificazione del territorio razionale e di lungo respiro, sono le ennesime strutture provvisorie su terreni agricoli e con vincoli, in buona parte su terreni della curia. Ed è ora di dire basta – tuona il sindaco – con altri costosissimi edifici temporanei nelle estreme periferie che da provvisori diventeranno definitivi ed inutili. I soldi avverte, d'ora in poi serviranno solo per ricostruire la città vera e antica, l'Aquila degli aquilani, per interventi definitivi senza altro consumo di suolo non pianificato. E aggiunge l'assessore Stefania Pezzopane: abbiamo pronto un piano sociale all'avanguardia che è quello che davvero serve alla città e agli aquilani, con cui utilizzare proficuamente i sodi delle donazioni gestiti dalla Caritas.


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