Cialente lancia l'ultimatum ai suoi, dimissioni dietro l'angolo

31 Gennaio 2009   13:09  

Nulla di nuovo sotto la torre civica di Palazzo Margherita. Unica certezza, per il sindaco Massimo Cialente, la costante erosione della maggioranza, che appena un anno e mezzo fa lo aveva portato sullo scranno più alto del Comune e che ora rischia di far perdere al centro sinistra l'ultimo baluardo della regione.

Ormai impazza il tabellino coi consiglieri considerati fedelissimi, gli incerti, e quelli ormai contrari. I numeri non sono certo dalla parte del sindaco, che può contare su quindici consiglieri comunali che sembrano non abbandonarlo, a fronte di una maggioranza iniziale formata da ventiquattro su quaranta.

L'ex margherita Verini da tempo aveva abbandonato il sindaco esternando plateale delusione nei confronti dell'operato della giunta, Idv e Rifondazione sono costantemente su posizioni critiche, Sinistra democratica – che nelle ultime settimane appariva disposta ad un ingresso in giunta – dopo le ultime vicende legate all'urbanistica ha ritrattato e sembra ormai da escludere un suo ingresso nell'esecutivo. Ma i problemi vengono da lontano, dalla formazione della giunta, all'indomani della vittoria, che fu composta completamente da esterni ritenuti politicamente deboli.

Cialente intanto torna a minacciare le dimissioni, impotente difronte all'ordine sparso in cui si presenta lo schieramento, che ad ogni seduta di Consiglio rischia di far andare sotto la maggioranza.

Cinque giorni sembra la scadenza dell'ultimatum data dal sindaco ai partiti di centrosinistra, al termine dei quali Cialente sembra disposto ad abbandonare per sempre l'esperienza comunale.

Il termine imposto dall'ultimatum non sembra inoltre casuale, le dimissioni date entro il 3 o 4 febbraio infatti consentono venti giorni di tempo per ritirarle o confermarle, con la possibilità in quest'ultimo caso, di andare al voto a giugno.

Difficoltà per il sindaco derivano senza dubbio anche dalla sua eterna indecisione, dopo la breve parentesi di Sinistra democratica, abbandonata all'indomani della caduta del governo Prodi e quindi dalla fine della esperienza parlamentare, Cialente non ha mai aderito al Partito democratico.

(MS)


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