Cialente non torna sui suoi passi, un vorrei ma non posso...

I retroscena della conferenza di Palazzo Chigi

08 Ottobre 2010   20:30  

Sembrano venire alla luce retroscena poco chiari dietro le dimissioni del sindaco dell'Aquila Cialente da vice commissario alla ricostruzione.

La conferenza stampa tenuta stamattina a Roma da Gianni Chiodi e Antonio Cicchetti insieme a Gianni Letta e Guido Bertolaso ha creato non poche perplessità in Abruzzo.

Almeno due sono i punti che hanno innescato il dibattito.

Il primo è la scelta di convocare una conferenza stampa che tratta della ricostruzione, non a L'Aquila, come sarebbe stato naturale aspettarsi, ma nella capitale.

Il secondo è rappresentato dal fatto che nessun rappresentante degli enti locali, a partire dal Comune dell'Aquila, sia stato invitato a partecipare.

Entrambi gli aspetti sembrano di estrema gravità.

La scelta di convocare a Roma una conferenza stampa sembra sia stata giustificata dal fatto che il sottosegretario Letta non lo si smuova facilmente da palazzo Chigi, alibi di difficile comprensione se si considerano tutte le volte che è stato presente nella sua regione, l'ultima in ordine di tempo proprio ieri ad Onna, insieme anche a Bertolaso.

Di certo, c'è invece che se il commissario Chiodi, così come gli altri partecipanti alla conferenza stampa, ha potuto sciorinare dati quantomeno discutibili, come quelli relativi al numero degli sfollati – per il commissario non più di tremila – senza che nessuno gli obiettasse alcun che o gli ponesse domande “scomode”, lo si deve al fatto che la platea di giornalisti era verosimilmente piuttosto profana in tema.

Quella di stamattina a Roma è stata poi l'occasione per presentare per la prima volta pubblicamente il nuovo vice commissario, Antonio Cicchetti; che gli aquilani e le popolazioni colpite dal sisma non hanno, invece, ancora l'onore di conoscere. Se non fosse per i suoi trascorsi giudiziari. Ma quanti, dei giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa capitolina, volete che sappiano che tal Cicchetti da Santi di Preturo abbia all'attivo una condanna della Corte dei Conti vecchia di anni?

Insomma, un bel modo, convocare una conferenza stampa in trasferta, per eludere questioni importanti o domande incalzanti.

Ma c'è di più.

A Cialente, sembra non sia andato del tutto giù il fatto che non sia stato invitato, anzi, che non ne sapesse proprio nulla.

Ma per comprendere il motivo per il quale Cialente ne fosse all'oscuro bisogna fare un passo indietro.

A ieri, quando ad Onna, almeno a giudicare dalle espressioni nei volti suo e di Bertolaso, più attendibili di qualsiasi dichiarazione dove, si sa, spesso prevale la diplomazia, sembrava davvero essere tornata la pace fra il sindaco e il capo della Protezione civile. Ed è forse riprova di ciò, il fatto che stamani il sottosegretario Letta – solo oggi, e non il 22 settembre, giorno delle dimissioni da vice commissario – abbia invitato Cialente a tornare sui suoi passi.

I ben informati parlano anche di un pressing di Chiodi su Cialente; il commissario avrebbe invitato il sindaco a ritirare le dimissioni. Stesso messaggio, più o meno esplicito non si sa, sarebbe stato lanciato a Cialente da Bertolaso ieri, quando i due si sono appartati fra le macerie di Onna.

Il sindaco, avrebbe declinato l'invito dei due. E questo, forse, gli sarebbe costato il mancato invito alla conferenza stampa di oggi.

Forse, il tentativo era quello di un'uscita in grande stile che avrebbe permesso al Pdl – sotto le sue varie forme – di dire: ecco, vedete, il Cialente rinsavito torna nei ranghi. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto.

Dall'entourage Chiodi raccontano tuttavia che il gran rifiuto di Cialente non sia stato del tutto indolore. Piuttosto, sembra si sia trattato di un “vorrei, ma non posso...”.

 

PEZZOPANE, A ROMA DOVEVANO ESSERCI ANCHE I SINDACI
"Non e' davvero un bel segnale, per chi vive, da amministratore e da cittadino, la difficile gestione dell'emergenza terremoto, assistere alla conferenza stampa che si e' svolta a Roma, in assenza dei sindaci del cratere e, soprattutto, in assenza del sindaco dell'Aquila".Lo afferma Stefania Pezzopane Responsabile nazionale per la Ricostruzione del PD. Troppo facile - aggiunge - scaricare sugli assenti ogni responsabilita' di ritardi e inefficienze. Eppure, quante domande avremmo avuto da porre al commissario Chiodi, al sottosegretario Letta e al capo dipartimento Bertolaso. Domande, ma anche risposte, delle quali, evidentemente, si ha paura. Come ad esempio quella sulla dichiarazione forse piu' eclatante e piu' sconcertante nella sua falsita'. Vale a dire che la ricostruzione dei centri storici, e in particolare quella del centro storico dell'Aquila, sarebbe ferma perche' i Comuni non provvedono a elaborare i piani. Se fossimo stati presenti avremmo potuto rispondere che i piani non si possono fare perche' mancano i finanziamenti, e le pubbliche amministrazioni non possono pianificare senza una previsione di spesa, cosi' come mancano gli strumenti normativi, dal momento che siamo in ancora in presenza di una selva di ordinanze spesso in contraddizione tra loro, rispetto alle quali abbiamo chiesto piu' volte, inutilmente, di fare chiarezza attraverso una legge organica. Era del resto - ricorda Pezzopane - uno dei tanti problemi che ci hanno portato a manifestare a Roma, nel luglio scorso, e magari se, in quell'occasione, i signori che oggi parlano di terremoto ci avessero ricevuto, anziche' mandare la celere a prenderci a randellate, ci avrebbero dato l'opportunita' di spiegare cos'e' questo terremoto. Ma oggi a Roma - osserva Pezzopane - e' andato invece in scena un monologo autocelebrativo senza contraddittorio, in cui si e' glissato sulle 26mila persone che aspettano da febbraio il contributo di autonoma sistemazione, sulla vergognosa questione delle tasse, che restituiremo al 100 per cento, sui 70 anni che ci vorranno per smaltire la macerie (altro che ricostruzione!), sulla cassa integrazione aumentata dell'800 per cento, sui 700 alunni in meno che si sono iscritti nelle nostre scuole, che vuol dire 700 famiglie che se ne vanno, o giu di li', sui 122 alloggi del fondo immobiliare promessi e mai consegnati, e intanto duemila persone sono ancora in albergo fuori citta'. I dati forniti sull'assistenza alla popolazione dal Commisasrio Chiodi, secondo cui sarebbero solo 600 le persone assistite, poi, sono farneticazioni smentite dal suo stesso ufficio stampa, che tre giorni fa ha diffuso l'ultimo report parlando di 55.584 assititi. Perche' il commissario, il suo nuovo vice e tutti i signori che oggi si sono prodotti in un monolgo volutamente senza contraddittorio non vengono all'Aquila a parlare di terremoto? Siamo stufi di essere presi in giro e di essere strumentalizzati nei momenti in cui scende il consenso del premier. La nostra tragedia merita serieta' e rispetto", dice infine Stefania Pezzopne.


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