Ciclista morto in diretta tv. Media e sport: chi ha il coraggio di fermarsi?

Un tragico evento

09 Maggio 2011   18:03  

Il Giro d'Italia ha vissuto il pomeriggio più drammatico della sua storia. La duplice diretta tv (Raitre e RaiSport) ha ripreso con le telecamere gli ultimi minuti di vita del ciclista belga Wouter Weylandt, caduto rovinosamente al suolo mentre stava percorrendo una discesa, con spietata crudezza, senza la minima sensibilità. Il medico che arriva a prestare immediato soccorso, la rianimazione, tutto seguito dettagliatamente senza mai staccare l'inquadratura.

La tv da spettatrice diventa protagonista dell'intervento, perchè l'elisoccorso tardava ad arrivare per via di alcuni problemi con la linea, ed allora la richiesta di aiuti è stata lanciata proprio dal tubo catodico. La corsa ciclistica, intanto, proseguiva ma per Raisport era finita con questo tragico incidente, da seguire senza pause. Una volta tagliato il traguardo, naturalmente, nessuno ha voglia di festeggiare, almeno per oggi.

Chissà se si troverà il coraggio di fermarsi, almeno post-mortem, e di evitare di concludere un Giro che, dopo oggi, ha perso qualsiasi interesse sportivo. Forse, anche le telecamere avrebbero dovuto mostrare un pò più di rispetto per quel ragazzo.

Immagini che questa volta noi non vi mostreremo, magari rinunciando a molte visite, ma a volte bisogna necessariamente fermarsi e riflettere invece che continuare a foraggiare la morbosità di qualcuno.

Ma, sempre forse, questo mondo impazzito della comunicazione non rispetta più nulla.

Nemmeno la morte.


Francesco G. Balzano


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