Comignolo dopo comignolo di cosa ci ammaleremo?

19 Settembre 2013   07:22  

Luigi Carpentiero è medico del lavoro, setting grandi opere, presso la Asl di Firenze, dopo aver visto le immagini delle demolizioni che si stanno effettuando a L’Aquila, è seriamente preoccupato per le conseguenze sulla salute degli aquilani ed ha accettato di rispondere ad alcune domande.

A L'Aquila si stanno effettuando le demolizioni dei palazzi dichiarati inagibili, molte costruzioni contengono manufatti in amianto, dovrebbero essere bonificati?

Prima di demolire in maniera sconsiderata bisognerebbe che una ditta specializzata dopo aver presentato adeguato piano di rimozione dell'amianto al Servizio di Prevenzione della ASL effettui le bonifiche in condizioni di sicurezza per i lavoratori e per i cittadini che abitano nei pressi secondo quanto previsto dalla normativa vigente (DL 81/08 e succ. modifiche e Dl 257/92). Bisognerebbe procedere dopo adeguata ispezione, e se necessario analisi di laboratorio, a rimuovere comignoli, tubazioni dell'acqua potabile, tubazioni di scarico delle acque chiare e scure, tubazioni del gas se esistenti, materiale di coibentazione (soprattutto nei sottotetti ). Solo dopo aver rimosso in sicurezza tutti i manufatti contenenti amianto ed averli avviati in discariche certificate (rifiuti tossici e nocivi) si potrà procedere alla demolizione degli immobili.

Quali conseguenze può portare la non bonifica dell'amianto per i lavoratori e i cittadini?

La non bonifica dell'amianto può portare a dispersione incontrollata delle fibre che normalmente sono "imprigionate" nella struttura di cemento amianto (eternit). La liberazione di fibre può fare ammalare i cittadini che si trovano in zona e che respirano le fibre. Il rischio è il mesotelioma in prima battuta, ma anche vari tipi di Carcinomi (polmonare, gastrico, intestinale, renale in primis).

In quali quantità l'amianto disperso nell'aria provoca danni alla salute? Qualcuno pensa che un comignolo non sia pericoloso, possiamo tranquillizzarlo?

Per i cancerogeni l'unico valore che può tranquillizzare è il valore 0 (zero); ovviamente quanto più alti sono i valori riscontrati tanto maggiore è il rischio; così vale anche il discorso che più lunga è la durata dell'esposizione tanto più alta è la probabilità di ammalarsi. Ci possono essere casi in cui i cittadini possono essere più esposti dei lavoratori che di solito hanno tute a perdere e DPI (dispositivi di prevenzione individuali), respiratori con Filtri P3 (quelli che proteggono di più).

Se il cittadino nota delle irregolarità, a quale autorità deve rivolgersi per un intervento immediato?

Il cittadino può rivolgersi a più di una autorità: al Servizio di Prevenzione del Lavoro se ci sono lavoratori all'opera, all'ARPA Abruzzi se il pericolo riguarda solo i cittadini, al sindaco della Città, che rimane l'Autorità Sanitaria più alta in grado. che può emettere ordinanze per tutelare le popolazioni; infine è possibile chiamare i NAS dei CC qualora si noti un'inerzia delle altre autorità citate (che magari giocano, come spesso accade, allo scaricabarile).

Se non viene preso nessun accorgimento di quelli esposti finora, quali sono i costi per la collettività?

In caso di patologie gravi per i lavoratori e i cittadini (come nel caso di Casale Monferrato e la Eternit) i costi sono elevatissimi e non quantificabili. Il mesotelioma della pleura o del peritoneo si può manifestare tra i 20 e i 40 anni dopo l'esposizione. Per i lavoratori esposti sarà necessaria una sorveglianza sanitaria, anche quando avranno smesso di lavorare con l'amianto, in qualità di ex esposti e i costi sono a carico della collettività.

Samanta Di Persio

 


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