Commissione Grandi rischi: chiesto il processo per i sette indagati

16 Maggio 2011   15:53  

Il pm Fabio Picuti ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e sette i componenti della Commissione grandi rischi finiti sotto inchiesta per omicidio colposo plurimo per aver dato eccessive rassicurazioni al termine della riunione del 31 marzo 2009, che per la prima volta si svolse all'Aquila, da mesi interessata da uno sciame sismico, cinque giorni prima del sisma che devastò l'Abruzzo interno.

L'udienza di oggi è servita a valutare le richiesta delle parti civili, si tornerà di nuovo in aula domani e dopodomani.

Il Gup, Giuseppe Romano Gargarella, ha accolto come parte civili tutti i singoli - una quarantina in tutto - indicati nei capi di imputazione, si tratta di parenti e familiari delle vittime, ed il Comune dell'Aquila. Escluse invece Codici, Codacons, l'associazione 309 martiri e Livio Bearzi, il rettore del Convitto indagato per la morte di tre minorenni.

Dei sette imputati, solo uno si è presentato oggi in aula. Si tratta di Giulio Selvaggi direttore del Centro nazionale terremoti, imputato insieme a Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, vice capo del settore tecnico operativo del dipartimento nazionale di Protezione Civile, Enzo Boschi presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Gian Michele Calvi, direttore della fondazione 'Eucentre' e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva ordinario di Fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio Rischio sismico del dipartimento di Protezione civile.

Il pubblico ministero Fabio Picuti ha ribadito, nel corso dell'udienza preliminare, che i sette imputati vanno tutti processati per aver "violato regole di tipo cautelare che, se applicate, avrebbero salvato vite umane". Picuti ha sottolineato che non veniva chiesto la previsione dei terremoti ma una informazione più veritiera sui rischi di un terremoto.


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