Con la ricetta di Zeman il Delfino adesso può volare

Sacrificio, dedizione e umiltà: sognare non costa nulla

12 Settembre 2011   10:55  

Che il Pescara sia la rivelazione di quest'inizio di campionato è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma cosa c'è dietro questa squadra che, partita dopo partita, regala gol, punti e spettacolo ai suoi tifosi? La prima cosa che verrebbe da dire è l'allenatore. Tuttavia sarebbe riduttivo affermare che il solo Zeman, al momento l'uomo copertina di questo Pescara, sia l'unico fattore determinante in queste tre vittorie. La parola giusta per rispondere alla domanda precedente, infatti, non è solo Zeman, ma alchimia. Già, in queste prime quattro gare in riva all'Adriatico di respira un'aria nuova. Una ventata d'entusiasmo e fiducia che forse l'anno scorso, nonostante il buon campionato, non era immaginabile di questi tempi. Ed è proprio questa alchimia, questo magico calderone di fattori positivi che sta regalando successi e consensi al Delfino.

IMMOBILE. Il primo di questi è, senza dubbio, Ciro Immobile. L'attaccante napoletano, infatti, sembra giocare da sempre per la maglia biancazzurra. Corre, segna, inventa. Fa di tutto per non essere immobile. Lotta, suda e sbaglia. Come in occasione del rigore di domenica, Ciro, si procura il penalty e, dopo averlo stampato sul palo, non si eclissa dalla partita come succede a tanti attaccanti ma cerca di trovare altri spiragli rendendosi, forse, ancor più pericoloso, tant'è che non potendo segnare lui tira fuori dal cilindro l'assist al bacio per il raddoppio di Sansovini.

LO SPIRITO. L'altro elemento di forza della compagine abruzzese è la disponibilità della squadra. Mister e giocatori hanno trovato un feeling speciale, diverso da quello che si direbbe un rapporto professionale. Zeman è maestro in questo: per lui sono tutti uguali. Scordatevi pure che il boemo abbia figli e figliastri. E da ciò, probabilmente, deriva la grande umiltà della squadra: ogni giocatore è pronto nel caso in cui, a pochi minuti dalla gara, gli venisse affidata una maglia da titolare. Lo si è visto sabato scorso, quando l'intera difesa è stata rivoluzionata e coloro che sono scesi in campo hanno dato il meglio e forse anche qualcosa in più dei “titolari”, visto che per la prima volta in stagione la rete dei biancazzurri è rimasta inviolata.

Fattore chiave è, dunque, quello spirito di sacrificio e adattamento che ha riportato l'entusiasmo sulle gradinate dell'Adriatico. I tifosi, certo, vogliono vedere un calcio spumeggiante con tanti gol e sono disposti a soffrire ma solo dopo aver visto schiumare sangue in campo dai propri beniamini. Prerogativa che, fino a questo momento, non è mancata nelle partite della squadra del patron De Cecco.

LA TATTICA. Il 4-3-3 di Zeman sembra essere il vestito fatto su misura per questa squadra. Si parlava di adattamento prima, e non si può dire che i ragazzi allenati dal boemo non ce la stiano mettendo davvero tutta a interpretare un modulo che “calza” a pennello per il Pescara. Una curiosità: i biancazzurri sono sempre andati in vantaggio nei primi 20 minuti di gara. Dato importante, questo, che mette in risalto l'aggressività di una squadra nata e progettata per far gol. D'altronde il fatto che lo schieramento al fischio d'inizio sia con i due difensori sulla tre quarti e otto uomini sulla linea del centrocampo è sintomatico di quanto questi ragazzi, seppur giovani, abbiano quasi completamente assimilato la lezione del vate di Praga. Certo, alcuni movimenti vanno ulteriormente rivisti e non si può pensare di esser soli in campo, comunque Zeman sta cercando di portare questa squadra ad un livello più alto di quello attuale. Se dovesse riuscire a far fare un'ulteriore salto di qualità a questo gruppo, allora la prima lettera dell'alfabeto sarebbe tranquillamente alla portata di questo Delfino.

Daniele Polidoro


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