Condivisione di affetti e umanesimo di montagna a Santo Stefano di Sessanio

14 Ottobre 2011   18:48  

Condivisione di affetti: ovvero i capolavori della Galleria degli Uffizi tra gli antri di pietra e il labirinto di vicoli, archi e piazzette di Santo Stefano di Sessanio, un gemellaggio, un incontro tra Firenze e lo splendido borgo aquilano ai pedi del Gran Sasso, ferito ma non piegato dal terremoto, in nome della storia comune, della bellezza che ricostruirà il mondo e della solidarietà pst-sismica. La mostra in tre mesi è stata visitata da ben 13mila visitatori, e per celebrare la sua conclusione c'erano oggi a Santo Stefano il direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali e e il presidente del consiglio comunale di Firenze Eugenio Giani.

Bene ricordare che il Modello Santo Stefano di Sessanio, con il suo albergo diffuso, la sua vivacità culturale, l'esemplare recupero funzionale del suo patrimonio architettonico e culturale, è nato da un sogno di un giovane visionario, dalla cocciuta tenacia, virtù si dice abruzzese, dell'imprenditore italo svedese Daniel Kilgren. Un sogno sottolinea lui stesso che ha potuto germinare perché ha trovato terreno fertile nella collaborazione di amministratori locali, sindaci in testa, che hanno compreso la vera ricchezza e vocazione della loro terra.

Santo Stefano per un giorno ha forse vissuto come capitale della cosiddetta Italia minore, quelle delle migliaia di piccoli borghi e fragili comunità, ricche di storia, ma dal futuro incerto, poggiate sul crinale che può condurre all'abbandono e al degrado oppure, per usare una felice espressione dello scrittore Franco Arminio, all'alba dorata di un nuovo umanesimo di montagna.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore