Confindustria: la disoccupazione cresce, Chiodi pluri-occupato

Gli industriali: lasci la ricostruzione a Bertolaso

08 Novembre 2010   17:40  

SINTESI DELL'INDAGINE SEMESTRALE DI CONFINDUSTRIA - Chiodi si occupi della Vertenza Abruzzo e lasci i due incarici di commissario (alla Sanita' e alla Ricostruzione). Questo l'appello lanciato dal presidente di Confindustria Chieti oggi nel corso della presentazione sull'indagine semestrale sull'andamento dell'industria in Abruzzo, svoltasi a Chieti presso la sede di Assindustria. "Abbiamo in Bertolaso un pensionato eccellente che potrebbe dedicarsi pienamente alla ricostruzione", ha aggiunto Primavera. "Abbiamo bisogno di una giunta e di un presidente full time per rilanciare l'economia. Un presidente e una giunta che si confrontino con le parti sociali per avviare un nuovo progetto di riforme strutturali della regione e un progetto di sviluppo economico che guardi alle eccellenze e le valorizzi per un progetto a medio e lungo termine.

 

INDAGINE SEMESTRALE SULL'INDUSTRIA ABRUZZESE

Primo semestre 2010

Si fa presente che la nota congiunturale sull’industria è riferita all’andamento del primo semestre 2010 ed è stata realizzata con dati raccolti tra fine giugno e l’inizio di settembre.

I dati relativi al prodotto Interno Lordo (PIL) delle principali economie mondiali mostrano chiaramente una significativa ripresa dell'indicatore rispetto ai corrispondenti valori dell'anno precedente, specialmente per quelle economie (USA, +11,4% rispetto al II quadrimestre 2009, e Giappone +14%) che avevano registrato la crisi più pesante a fine 2009.

L'Italia (+2,11%) appare partecipare solo marginalmente alla ripresa che ha caratterizzato l'Unione Europea nel suo complesso (+ 4,46%), attestandosi su valori prossimi a quelli dell'Area Euro (+2,58).

Anche per quanto concerne l'indice di produzione industriale, l'Italia (+1,10%) ha avuto una ripresa più lenta rispetto alla media UE27 (+2,27%). In particolare, il ritardo è dovuto ai beni di consumo (+3,1%) piuttosto che a quelli strumentali (+8%) ed intermedi (+15,6%). La crescita delle esportazioni è stata molto sensibile (+6,62 nel primo trimestre rispetto al
corrispondente periodo del 2009, +18,42% nel secondo) ma inferiore alla Germania (rispettivamente, +10,15% e +23,98%) e della media UE27 (+11,29% e + 21,29%).

La disoccupazione è risultata in ulteriore aumento raggiungendo l'8,3% nel I trimestre 2010 e l'8,5% nel secondo, a fronte di un 9,6% in ambedue i periodi nell'UE27.

Le previsioni dei principali centri di ricerca internazionali - in termini di crescita del PIL - indicano una ripresa ancora piuttosto lenta, che non riuscirà a colmare le perdite accumulate negli ultimi anni.

L'Indice del clima economico complessivo elaborato da ISAE SRM ORB - che aggrega i dati delle inchieste congiunturali sulle imprese e sui consumatori – è passato, per l'Abruzzo, dai circa 72,3 punti del I trimestre 2009 (punto di massima crisi) ai 95 punti del II trimestre 2010, in leggera diminuzione (-0,6) rispetto ai tre mesi precedenti.

A differenza di quanto registrato nel II semestre del 2009, però, il dato è risultato migliore rispetto a quello relativo al Mezzogiorno (92,3 nel II trimestre) ma significativamente superiore a quello nazionale (100,7) che è addirittura migliore di quello continentale.

A fronte di vendite della grande distribuzione sostanzialmente stabili (+0,40% nel I trimestre, 0% nel secondo), si è registrata una significativa crescita delle esportazioni (+ 22,6% in valore rispetto al corrispondente semestre dello scorso anno, a fronte di un +12,6% nazionale ma anche di un +25,6% del Mezzogiorno). La categoria merceologica che ha registrato il più significativo sviluppo è stata quella dei Macchinari e dei materiali da trasporto (+ 179,41% nel primo trimestre rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, +41,61% nel secondo semestre).

Con riferimento al mercato del lavoro, la situazione è risultat particolarmente grave, con un tasso di disoccupazione salito al 9,4% nel II trimestre del 2010 rispetto ad una media italiana dell'8,3%.

Inoltre, a fronte di una riduzione delle ore complessive di cassa integrazione si registra un drastico aumento di quella straordinaria ed in deroga, specialmente nel periodo Marzo-Maggio.

La ricerca del Centro Studi Confindustria Abruzzo - condotta su un campione di imprese manifatturiere rappresentative dei diversi settori merceologici e delle differenti aree geografiche del territorio regionale - ha riguardato sia l'analisi dei risultati relativi al I semestre 2010, che le aspettative sul II semestre soffermando l'attenzione su: produzione, vendite, occupazione, investimenti ed innovazione.

Rispetto al II semestre 2009 – in cui agli effetti della crisi si era aggiunta anche la devastazione del terremoto - si evidenzia una diffusa staticità dei principali indicatori produttivi, in particolare del grado di utilizzo degli impianti (56,6% degli intervistati).

Più articolate, invece le risultanze relative al fatturato, dove – a fronte di un 20% di imprese che hanno registrato una sostanziale stabilità, si registrano due blocchi sostanzialmente uguali di imprese che hanno – da un lato incrementato, dall'altro diminuito – le vendite.

La scomposizione del dato su base provinciale evidenzia un più diffuso ottimismo sulle stime dell'andamento delle variabili produttive da parte delle aziende aquilane e pescaresi.

Al contrario, per quanto concerne le variabili commerciali, quasi il 45% delle imprese (chietine e teramane) prevedono una ripresa delle vendite che appare trainata più dal mercato interno che da quello esterno.

L'analisi condotta dal centro Studi di Confindustria Abruzzo conferma che – anche a livello regionale - il I semestre del 2010 si è caratterizzato per una situazione economico-finanziaria in generale ancora negativa, anche se si colgono alcuni isolati elementi di positività, specialmente con riferimento alle esportazioni. In particolare si è registrata una contrazione dello stock di imprese dedite ad attività prettamente manifatturiere (-327 imprese di cui 185 solo nella Provincia di L'Aquila).

A fronte di questo scenario a tinte fosche, però, le previsioni dei principali istituti di ricerca – nazionali ed internazionali – continuano ad indicare una seppur modesta ripresa dell'economia del nostro paese, anche se le previsioni formulate nel I trimestre sono state più recentemente riviste al ribasso.

Sarà quindi compito delle imprese abruzzesi cercare di "agganciare" questa ripresa e tornare, nel minor tempo possibile (stimabile comunque in almeno due-tre anni) ad un livello dello sviluppo economico comparabile con quello pre-crisi.

I risultati della ricerca condotta dal Centro Studi di Abruzzo evidenziano che – pur in un diffuso quadro orientato all'attendismo ed a diffuse previsioni di Confindustria stazionarietà dei principali indicatori inerenti il grado di saturazione della capacità produttiva ed il fatturato – diversi imprenditori confermano la volontà – ma anche la reale possibilità - di ritornare a crescere, specialmente sul mercato interno.

Questo risultato, però, non potrà essere raggiunto se le imprese, specialmente quelle manifatturiere, non troveranno apposito sostegno negli interventi di economia industriale a livello nazionale e regionale.

A tal proposito, appaiono ineludibili interventi nelle seguenti aree di maggior impatto sulla competitività delle imprese:

a) riduzione – sia nel settore sanitario che in quello dei trasporti pubblici - della spesa pubblica improduttiva;

b) avvio dei cantieri relativi alle infrastrutture già programmate e progettazione di nuove, al fine di fornire benefici effetti sia in termini di miglioramento della dotazione infrastrutturale, sia per ridare fiato all'economia locale con immediate ripercussioni sull'occupazione e sulla creazione di ricchezza;

c) con riferimento ai territori colpiti dal sisma non è più possibile rinviare iniziative che prevedano procedure amministrative speciali che accelerino la ricostruzione e l'infrastrutturazione dei territori colpiti, attivino senza ulteriori ritardi la Zona Franca ed accelerino la definizione di un piano di ricostruzione materiale, economica e sociale organico;

d) verifica dei fondi disponibili per l'Abruzzo con conseguente sblocco ed effettiva spendita dei fondi destinati alla Regione ma in realtà spesso non disponibili o bloccati da procedure burocratiche o da situazioni politiche amministrative, spesso legate, quest'ultime, anche alle difficoltà di bilancio che gravano a livello nazionale.

Ma per affrontare questi primi nodi, occorre innanzitutto che la politica assicuri in tutti i campi di competenza la necessaria guida e i conseguenti atti di programmazione e governo. Ciò anche attraverso un sistema di deleghe istituzionali responsabile e ampio che garantisca realmente la necessaria capacità operativa e funzionale in tutti i settori di intervento.

Allo stesso modo non è più pensabile navigare a vista e governare solo l'emergenza. Assieme ad una stabilità e funzionalità istituzionale, quindi, si rende assolutamente necessaria una programmazione organica che tracci con chiarezza le priorità di Governo e definisca tempi (crono programma) e modi di attuazione, tale da essere identificabile e monitorabile.

Cosa fare, come farlo e in che tempi: questo è l'imperativo che le parti chiedono alla politica e alle Istituzioni regionali. In ultimo in considerazione del fatto che la crisi che investe la regione Abruzzo assume aspetti del tutto particolari in funzione sia dell'assoluta mancanza di adeguate risorse finanziarie da mettere in campo, che della gravità delle emergenze da fronteggiare, si rende ormai non rinviabile l'avvio di un confronto con il Governo nazionale volto ad aprire di fatto una "Vertenza Abruzzo" che, anche in considerazione del processo federalista in atto, evidenzi la complessità della situazione abruzzese e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc a sostegno della regione.


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