Consiglio sospeso tra gli insulti. I precari occupano l'aula
Crisi delle borse, crisi dei portaborse...
ORE 20.00 - I precari decidono di abbandonare l'aula consiliare ed interrompere l'occupazione. "E adesso qualcuno provi a dire che siamo dei fannulloni", scherza uno di loro...
ORE 19.00 - L'aula è ancora occupata. Dai precari ma anche per solidarietà dai consiglieri Gianni Melilla e Antonio Macera. Intorno alle 19 si è svolta un 'assemblea a cui ha partecipando anche l'assessore Verticelli, che ha ribadito: "Non abbiamo i numeri per approvare il provvedimento, domani ci riuniamo e cercheremo una soluzione".
ORE 16.00 - Il consiglio si è riunito, dopo dieci sedute rinviate, intorno alle ore 15.00. Prende la parola l'assessore D' Amico per leggere un laconico comunicato: “Il consiglio si scioglie per mancanza di numero legale e sarà aggiornato a venerdi prossimo”.
L'attesa approvazione dell'emendamento per la stabilizzazione dei precari può attendere, insieme gli altri punti all'ordine del giorno. Come lo stanziamento di 2,3 milioni di euro per le istituzioni culturali, 5,2 milioni per svolgere le elezioni ( erano 7,2 milioni nell'ultima variazione di cassa), 1milione per le fusioni dei Comuni, 1,4 per i trasporti, 1,3 per la partecipazione al programma Galileo, 3 milioni per la manutenzione degli edifici scolastici, 300mila euro per consolidamento dei siti produttivi. Tutte variazioni di cassa interne al bilancio.
In aula si scatena il putiferio. I precari che affollano il parterre cominciano urlare, a battere i piedi e a coprire di insulti i pochi e rabbuiati consiglieri presenti in aula.
Il primo a provare a prendere il toro per le corna e' Gianni Melilla: “Ci sono consiglieri regionali che fanno i moralizzatori - urla- e poi non vengono in aula e lasciano noi a prendersi gli insulti.. Io non me vado. Sono stufo. Anche io occupo l'aula”. Lo spirito collaborativo non gli risparmia però gli improperi.
Anche Antonio Verini prova a prendere la parola, ma è coperto di insulti con particolare veemenza. E' accusato dai precari infatti di essere uno di quelli che a tutti i costi vuole infilare nell'emendamento anche la stabilizzazione dei precari. Insieme al presidente Roselli.
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I precari decidono di occupare l'aula. E' bagarre.
Che partita infinita si sta giocando nelle segrete stanze di palazzo dell'Emiciclo? Se i grandi della terra pensano alla crisi delle borse, la nostra politica casereccia si incarta nella crisi dei portaborse.
Un fronte trasversale di consiglieri, ed assai discreto, fino all'anonimato, si incaponisce nel voler inserire in un emendamento per la stabilizzazione dei precari, anche un nutrito manipolo di portaborse. A non essere d'accordo però sono Rifondazione, Italia dei valori, il Pdci, e e vari esponenti del Pd e Pdl. Gli esponenti del numeroso partito occulto dei "dentro tutti" non li diciamo, per rispetto della loro discrezione.
Entriamo nel merito. A chiedere una progressiva stabilizzazione sono 76 dipendenti a tempo determino della giunta regionale, che guadagnano circa 1000 euro al mese, e hanno anzianità che arriva ai 10 anni. Poi ci sono 260 co.co.co. anche loro con anzianità che arrivano ai 10 anni. Guadagnano intorno ai 1200 euro, senza altri diritti, come tutti i precari. I co.co.co. del Bura, dei beni culturali di Sulmona, del settore informatico, dell'Osservatorio per la qualità del paesaggio hanno sostenuto regolare concorso. Sono loro che stanno urlando, esasperati.
Poi c'è il personale politico, i cosiddetti portaborse, che non hanno fatto concorsi ed è stato chiamato ed assunto direttamente dai gruppi politici. Non pochi i parenti. C'è anche un fratello di un consigliere regionale. Sono loro, invisibili in aula, la zavorra politica che impedisce l'approvazione dell'emendamento.
FT
