Contributo diretto, Mari Fiamma: "Una catastrofe senza giustificazioni, colpa della politica debole"

Chiesto l'incontro al Presidente del Consiglio Mario Monti

14 Novembre 2012   12:31  

Sulla questione del cambio di modalità di finanziamento della ricostruzione, si esprime Massimiliano Mari Fiamma.

Nei giorni scorsi le associazioni di categoria hanno incontrato Aldo Mancurti, che ha confermato che in Cassa Depositi e Prestiti non c'è più un euro.

E dal Governo hanno spiegato che non è possibile rifinanziare la Cassa perché si creerebbe un buco nel bilancio dello Stato.

“Non ci sono strumenti normativi che giustifichino queste dichiarazioni -spiega il segretario generale di Apindustria Massimiliano Mari Fiamma – è solo una questione politica, di cui qualcuno dovrà rendere conto. Siamo stufi di palleggiarci tra i ministeri, e vogliamo un incontro con Mario Monti.”

“Come è stato per le tasse, non esistono strumenti normativi che giustifichino le circolari Inail e Inps, e così non esiste norma che non permetta di rifinanziare la Cassa.”

E che sia possibile rifinanziare la Cassa è dimostrato dal finanziamento di due plafond per l'Emilia Romagna, 6 miliari di euro a plafond, per un totale di 12 miliardi, fatto contestualmente con la scelta di non rifinanziare la Cassa per L'Aquila.

Di fatto in CDP ci sono circa 500 milioni residui ma bloccati, perché in data 24 ottobre la Cassa stabilisce che non c'è nessun rifinanziamento e da quel momento non sarà più permesso finanziamento agevolato. Quindi quei 500 milioni vanno a contributo diretto.

“Le difficoltà sono abnormi, perché ci sono imprese che hanno già fatto per i lavori e attendono i soldi della CDP per lavori già eseguiti non vedranno i soldi ma dovranno chiederli come contributo diretto, con i ritardi che ci saranno. Una catastrofe”

Attraverso la Camera di Commercio, tutte le categorie hanno chiesto per lunedì un incontro con tutti i parlamentari abruzzesi: “Gli spiegheremo tutto, non avranno più alibi, da tre anni e sette mesi non otteniamo ciò che chiediamo perché la politica abruzzese è debole, ha fatto tilt nella vicenda del terremoto.”

di Barbara Bologna


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