Costa Concordia: Italiani non affidabili arriva dagli USA il super esperto

24 Gennaio 2012   08:41  

«Il nostro gruppo è fondato su valori solidi, garantisco personalmente che ci prenderemo cura di tutte le famiglie coinvolte in questa tragedia, individuando le migliori risposte possibili alle emergenze, in tutti i sensi», conferma ufficialmente dal Doral di Miami il leader di Carnival, Micky Arison. Ma la vera notizia è un'altra. Per gestire in prima persona un evento drammatico di portata incalcolabile, sarebbe sbarcato a Genova da un paio di giorni Howard S. Frank, 69 anni, braccio operativo di Arison, secondo maggior azionista e vicepresidente del colosso mondiale delle crociere, universalmente riconosciuto come genio della finanza legata al business marittimo.

Primo artefice dell'acquisizione della genovese Costa nel 1997, con la sua visione globale del mercato Howard S. Frank ha consolidato la leadership del gruppo Usa, conquistando anche i marchi e le navi P&O, Aida, Cunard Line, Holland American Line, Ibero, Princess e Seabourn (leggi: La Storia di Carnival Corporation). Il braccio destro di Arison avrebbe trasformato la suite di un prestigioso hotel nella sua temporanea centrale operativa.

Difficile penetrare il muro di riservatezza alzato intorno allo sbarco a Genova del numero due di Carnival. Di certo si sa che la preoccupazione maggiore di Frank non è soltanto tutelare immagine e sostanza di Costa Crociere, gruppo leader sul mercato europeo e cinese, ma soprattutto fornire risposte immediate all'opinione pubblica americana, scossa e colpita al cuore dalla tragedia della Concordia ancor più di quella italiana. Offrire, dunque, una percezione di solidità e di tenuta aziendale. Sostenere palesemente il management interno e lanciare segnali precisi al mercato mondiale.

Piombato a Genova per prendere il timone e gestire la più drammatica e impensabile delle situazioni, Howard S. Frank avrebbe già predisposto un'agenda di lavoro scandita da decisioni e scelte rapide. Al primissimo posto, ovviamente, i rapporti con le famiglie delle vittime del naufragio e con i passeggeri della Concordia, con tutto quel che comporta in termini di risarcimenti. Al secondo, il confronto con l'imponente schiera di avvocati e le compagnie di assicurazione. E poi una serie di interventi che toccano tutti gli obiettivi strategici: l'impatto sul mondo dei media e della comunicazione, marketing e immagine, la politica e gli Usa.

(di Giorgio Carozzi per shippingonline.ilsecoloxix.it)


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