Costa Concordia: l'acqua del Giglio contaminata da tensioattivi. "Livelli come Marghera"

26 Gennaio 2012   10:56  

Il rischio della fuoriuscita del carburante forse sarà scongiurato, ma un altro disastro è già avvenuto nelle acque, fino a poche settimane fa, pure del Santuario dei Cetacei.

Così si chiamava l'area in cui si la Costa Concordia come un gigante ferito, si è appoggiata su un fianco, in attesa di soccorsi che ne evitino la morte.

La Costa Concordia è una città navigante con 4000 persone a bordo, per ognuno di loro ci sono scorte di cibo, saponi, bevande, tutto questo ora è in mare.

I detersivi e i saponi a bordo della nave Concordia si stanno sciogliendo nel mare cristallino dell'Isola del Giglio. All'ottavo giorno di controlli, e al tredicesimo che segue l'incredibile naufragio, il timore contaminazione diventa una certificazione scientifica: nelle acque attorno alla nave  -  quattro punti di controllo, a prua, a poppa e lungo le due fiancate  -  ci sono detersivi in quantità considerevole.

La quantità di tensioattivi riscontrata è di 2-3 milligrammi per litro, il limite di 2 milligrammi di tensioattivi per litro  -  che ieri nelle acque davanti al Promontorio del Lazzaretto era stato superato  -  è quello definito per legge per gli scarichi industriali.

In questo momento, grazie all'assurdo naufragio della Costa Concordia, l'immacolato Giglio ha un inquinamento superiore a quello delle aree industriali affacciate sul mare (Marghera a Venezia, Vado a Savona, Piombino in provincia di Livorno, per offrire degli esempi).  

I test sono stati realizzati dal battello Poseidon, proprietà dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana.

A bordo della Concordia, secondo una prima informazione girata all'Arpat dagli armatori della Costa, c'erano detersivi "per alcune centinaia di chili". Tutto quello che nella notte del naufragio non era in bottiglie sigillate, ora si sta sciogliendo nel mare. E si teme che la pressione sul fondo della nave, appoggiata su un roccione di granito a 37 metri di profondità, possa far esplodere anche i prodotti chiusi.  

I biologi marini del battello oceanografico Poseidon nell'arco di un mese porteranno a compimento altri due tipi di test. Il primo, realizzato insieme all'istituto pubblico Ispra, si concentrerà sui sedimenti marini e su flora e fauna ittica. Il secondo, servendosi delle stazioni fisse di controllo posizionate all'Argentario, all'Isola d'Elba e al Parco dell'Uccellina, controllerà eventuali contaminazioni del mare nelle aree limitrofe all'Isola del Giglio. 


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