Costa Concordia: sospese ricerche parte sommersa nave

31 Gennaio 2012   15:04  

Le ricerche nella parte immersa della nave Costa Concordia   vengono interrotte. La decisione è stata presa da Franco Gabrielli, commissario per il naufragio della Concordia al largo dell'isola del Giglio, sentiti i familiari e le rappresentanze diplomatiche delle persone ancora disperse.
"E' stato ritenuto - informa una nota - che sono oggettivamente venute meno le condizioni operative di sicurezza per gli operatori per proseguire l'attività di ricerca in corrispondenza di tutte le zone sommerse all'interno dello scafo". Le operazioni "continueranno nella parte emersa della 'Concordia', per verificare ulteriormente alcune zone dello scafo, così come procederà la ricerca mirata nei 18 chilometri quadrati di mare scandagliati nei giorni passati per verificare se gli obiettivi individuati possano corrispondere ai corpi delle persone ancora disperse".
"La nave non aveva avarie o anomalie nei sistemi di sicurezza". Ad affermarlo dal canto suo il presidente e ad di Costa Crociere, Pierluigi Foschi, in audizione davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato. "Tutto il personale viene sottoposto ogni 14 giorni a esercitazioni di emergenza", ha aggiunto.
Intanto il sindaco Sergio Ortelli annuncia che ''il Comune dell'Isola del Giglio si costituirà parte civile, in una strategia coordinata con la Provincia di Grosseto''. ''E' un atto dovuto da parte di un'amministrazione pubblica'', ha aggiunto Ortelli, precisando: ''In questo caso non è solo un doveroso atto dovuto ma anche un'azione molto sentita da parte mia''. Ortelli ha detto anche che Comune valuterà, una volta nominato il legale che si occuperà della costituzione di parte civile, se richiedere un risarcimento danni alla società Costa.
"In via teorica è possibile che Schettino torni a fare il comandante", dice dal canto suo uno dei legali del comandante ospite di '24 Mattino' su Radio 24. "Teoricamente può - ha detto il legale - ma praticamente vedremo gli sviluppi della situazione. Lui stesso lo ha escluso? Questo non lo so, a me non ha detto che non metterà mai più piede su una nave". Salvatore Parascandola ha anticipato la linea difensiva in vista del Riesame che il 6 febbraio dovrà decidere sugli arresti domiciliari per Schettino. "Noi diciamo che deve essere liberato - ha spiegato - Non sussistono né pericolo di fuga nè di inquinamento delle prove. La fuga è possibile per tutti gli italiani, ma il comandante ha famiglia e poi ha un onore da difendere e che vuole difendere. Quello nei confronti di Schettino - ha aggiunto - è un massacro ingiustificato, connotato anche da illegittimità visto che lo si ingiuria e lo si denigra al limite del codice penale, ma non querelerà nessuno, abbiamo altri pensieri".
Poi la versione sulla dinamica dell'incidente. "Schettino non è fuggito quella notte - ha detto l'avvocato Parascandola - Non ha abbandonato la nave, l'ha lasciata insieme ad altri. Lui stava sulla dritta della nave, il lato che si è inclinato. Ha lasciato la nave che si stava inclinando ed era pericoloso rimanere sia sul ponte, sia sulla lancia. C'erano anche i fumaioli nelle vicinanze ed era possibile uno scoppio. La cosa che più gli fa male umanamente - ha proseguito - è proprio il capo di indagine circa l'abbandono. Un'accusa infamante, conseguenza di quella brutta telefonata col comandante De Falco".
E prosegue ''Schettino è l'indagato numero uno, ma mi meraviglio che sia il solo indagato. Costa è un grande armatore, ma Schettino è indagato pur essendo un grande capitano. Costa - ha ribadito - è un grande armatore, potrebbe essere indagato anche l'armatore''. "L'inchino - ha aggiunto - l'ha fatto Schettino ma è una pratica diffusa e anche legittima per certi aspetti, non c'è una ordinanza specifica che preveda una distanza minima dalla costa, ci si richiama ai principi generali della sicurezza e accerteremo cosa non ha funzionato in questa pratica diffusa, consentita e sollecitata dall'armatore. Questi 'inchini' sono richiesti come momento di pubblicità dell'armatore stesso'', ha concluso.
A questo proposito Greepeace Italia, dopo la protesta di venerdì scorso davanti al ministero dei Trasporti, ora chiede al popolo della rete di inviare una mail di sollecitazione al ministro Passera per sollecitare un decreto di tutela. "Il ministro dell'Ambiente Clini, si legge in un comunicato dell'associazione ambientalista, si è già espresso a favore di un decreto interministeriale per regolare il traffico marittimo nelle zone a rischio, come il Santuario dei Cetacei; ora è il ministro dei Trasporti che deve assumersi le sue responsabilità. Dopo i morti, il naufragio della Concordia rischia di provocare un grave disastro ambientale nel bel mezzo del Santuario, un'area che dovrebbe essere protetta dal 2001. La priorità è la rimozione del carburante ma ci sono molte altre sostanze inquinanti nel relitto: centinaia di litri di vernici, smalti, insetticidi, detergenti, circa 1300 metri cubi di acque nere e grigie, tonnellate di cibo e bevande".

 


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