Costanzi (ATER Pe): "Nel 2011 abbiamo recuperato mezzo milione e pareggiato i conti, poi l'IMU..."

23 Agosto 2013   07:04  

Ospitiamo volentieri la riflessione dell'Amministratore Unico dell'ATER di Pescara, Paolo costanzi, che fa chiarezza sulla situazione di grave disagio in cui versano i conti dell'azienda.

Disagio dovuto, dopo il pareggio dei conti del 2011 ed il recuopero di ben mezzomilione di euro di disavanzo, alla istituzione dell'IMU che , di fatto, toglie alle casse dell'azienda residenziale pubblica più di quanto siano i ricavi che la stessa percepisce dagli affitti.

La lettera di Paolo Costanzi (negli hyperlink i documenti "chiamati in causa":

Mi riferisco all’articolo riportante la notizia della sentenza del Tar che ha respinto il ricorso dell’Ater per chiarire che il pagamento della imposta non è conseguenza dell’esito del ricorso al Tar.

L’imposta va pagata perché la normativa nazionale ha stabilito l’imponibilità e quella regolamentare locale il quantum fissando le aliquote. Il ricorso, comune ad altre Ater in Italia (la stessa sentenza riporta un recente precedente del Tar Liguria), era volto a far riconoscere il diritto di applicare alle abitazioni popolari tutti i requisiti della prima casa. Ma evidentemente per il 2012 sia la normativa nazionale che l’interpretazione giurisprudenziale sono di tutt’altro avviso. Per fortuna, però, che per l’anno successivo, cioè il 2013, il legislatore nel sospendere l’IMU per la prima casa lo fa anche per gli alloggi popolari.

Evidentemente l’affermare che un alloggio di edilizia popolare sia di fatto una prima casa non è poi così improprio! Ma ciò era chiaro anche leggendo l’allegato ordine del giorno 3570 approvato dal Senato, con il parere favorevole dell’allora Governo (pure citato nella sentenza), che evidenziando il problema creato dall’IMU per le Ater impegnava il Governo a emanare atti volti proprio all’alleggerimento fiscale.

Ma al di là delle questioni giuridiche, ragioni di equità e buon senso portano a considerare le abitazioni di edilizia popolare, affittate con canoni medi di 25 euro mensili, stabiliti dalla legge regionale e non dalle Ater, quali abitazioni principali a scopo sociale.
Tornando al pagamento, in considerazione della impossibilità di adempiere, l’Ater ha richiesto nel mese di dicembre 2012 al Comune di Pescara di poterlo fare in maniera rateizzata in 72 rate. Tale richiesta è stata respinta dal Comune.

Allego la richiesta e la risposta. In tutti i casi l’Ater ha comunque versato l’acconto nel giugno 2012 e ha iniziato a pagare 13.200 euro mensili a partire da dicembre 2012, cioè un settantaduesimo al mese.

Per comprendere le ragioni della difficoltà economica in cui versa l’ATER per effetto dell’IMU è utile comunicare che l’Ater di Pescara ha ricavi complessivi da affitti pari a € 3.112.090,00. L’impatto dell’IMU per il 2012 è stata pari a € 1.174.000,00; dunque pari al 38% dei complessivi ricavi, non degli utili! Per i soli immobili siti nel Comune di Pescara, i ricavi complessivi sono circa 1.800.000 euro e l’IMU pari a circa 1.130.000 euro, cioè il 63% dei ricavi! Gli stessi con cui poi occorre sostenere gli altri costi quali stipendi, spese di funzionamento, altre imposte, etc... e, a questo punto solo teoricamente, trovare anche i soldi per la manutenzione degli alloggi che spesso fanno registrare la giustificata protesta degli inquilini e dei loro rappresentanti. Ma tant’è! A tale proposito, allego prospetto con i numeri del conto economico 2011 e 2012 che non necessitano di ulteriori commenti.

Peraltro, l’Ater all’atto del commissariamento (agosto 2009) registrava una perdita con il rendiconto del 2008 pari a mezzo milione di euro, mentre al 31 dicembre 2011 chiudeva in pareggio dopo una incisiva azione sui costi e sui ricavi. Per il 2012 l’IMU ha di nuovo determinato una perdita (i costi superano i ricavi) per circa ottocento mila euro.

Negli ultimi tempi si è assistito ad un ripensamento nelle modalità di riscossione dei tributi sulla scorta delle oggettive difficoltà in cui versano i contribuenti a causa della crisi. E’ di ieri la notizia dell’allungamento a 120 rate previsto dal c.d. “decreto del Fare”. Ebbene, l’Ater, in considerazione dei numeri riportati, è un contribuente in difficoltà per pagare una così esosa imposta. Della quale speriamo sia confermata la cancellazione per il 2013. Se permanesse, saremmo di fronte alla strutturalità dello squilibrio economico con le inevitabili conseguenze.

Infine, con riferimento all’apparente contrasto tra Ater e Comune di Pescara che sembrerebbe emergere dall’articolo o dalla fonte dello stesso, mi sia consentito di far presente, ove occorra, e con la terzietà del mio ruolo tecnico e non politico, che l’Ater svolge per tutti i comuni, in special modo per quello più grande d’Abruzzo e con gravi problemi di emergenza abitativa, un essenziale servizio sociale.
E che il contrasto sia solo apparente è dimostrato dal fatto che la stessa Amministrazione comunale, consapevole di tale ruolo dell’Ater e delle oggettive difficoltà finanziarie, ha sottoscritto con l’Azienda una convenzione destinando risorse comunali, rinvenute dalla vendita di alloggi popolari di proprietà del Comune, per un importo di 944.000 euro per la ristrutturazione di 43 alloggi affinché da assegnare a coloro che sono in graduatoria ed ulteriori risorse per 810.000 euro per la ristrutturazione di tre edifici di Borgo Marino Sud. E di questo ringrazio il Sindaco Albore Mascia e l’Assessore Isabella Del Trecco che, al pari dell’Ater, evidentemente affrontano quotidianamente quelli che spesso sono reali drammi umani. Allego la deliberazione del Comune di Pescara che ha stabilito tale assegnazione.

Ringrazio e saluto cordialmente.
Paolo Costanzi


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