Covid, Primario pronto soccorso ospedale L'Aquila Valenti: è guerra, ma non si lascia nessuno fuori

19 Novembre 2020   18:28  

 "E' chiaro che c'è una sofferenza e una forte pressione sull'ospedale ma, anche se siamo in guerra, fuori non si lascia nessuno, eccetto quei pazienti che hanno le condizioni cliniche per poter rimanere in attesa in ambulanza quando si creano le file che, purtroppo, si formano quando la situazione diventa non sostenibile a causa delle tante richieste di ricovero concentrate nello stesso momento della giornata". Così il primario del pronto soccorso dell'ospedale dell'Aquila, Luigi Valenti, sulla emergenza che vive da settimane la struttura aquilana, una delle più esposte della regione a causa della impennata di contagi in provincia dell'Aquila dove il sistema sanitario è messo a dura prova.

E Valenti che è anche direttore facente funzioni del Dipartimento di emergenza e urgenza della Asl provinciale dell'Aquila, è uno dei medici in prima linea.

"Ad esempio, oggi abbiamo 15 pazienti in attesa di collocazione nei reparti che avverrà nel pomeriggio visto che a metà giornata ci sono le dimissioni dei guariti, nonostante la emergenza, mettiamo in atto ogni strategia per poter assistere tutti - spiega ancora -. Tanto è vero che nel pronto soccorso facciamo terapia come si fa nei reparti. Succede quindi che in pronto soccorso possono essere presenti numerosi pazienti, comunque facciamo di tutto per creare le condizioni migliori per l'assistenza. Difatti abbiamo aperto la cappella Sant'Alessio con dieci posti per i pazienti che gradualmente vengono ricoverati nei vari reparti covid, ed inoltre abbiamo lasciato anche le due tende, con due posti ciascuna, per ogni altra eventualità. Abbiamo utilizzato la stanza un tempo dedicata ad Ebola con un altro posto - prosegue il primario di Medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza (MECAU) -. Stiamo utilizzando tutti gli spazi possibili, anche quello per i codici rossi tanto che siamo riusciti a raggiungere complessivamente 15-16 postazioni, dove collocare le persone che devono essere ricoverate. A brevissimo, avremo più spazio in seguito alla consegna del primo lotto di lavori di ampliamento". Il primario del pronto soccorso sottolinea che "comunque tutto ciò non è sufficiente ed ogni giorno ci inventiamo nuove cose, considerando che mandiamo a casa positivi con la polmonite ai quali prescriviamo la terapia con la Asl che poi li segue a domicilio".

"Non si deve creare panico ma neppure sottovalutare il coronavirus perché non è una semplice influenza". Così il primario del pronto soccorso dell'ospedale dell'Aquila, Luigi Valenti, sulla emergenza che vive da settimane la struttura aquilana, come le altre della provincia, una delle più esposte della regione a causa della impennata di contagi nel territorio aquilano, dove il sistema sanitario è messo a dura prova.

"Il virus deve essere considerato come un contagio virale ma mettendo in atto tutte le condizioni di prevenzione che conosciamo come l'utilizzo delle mascherine, il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale - continua il medico che è anche direttore facente funzioni del Dipartimento di emergenza e urgenza della Asl dell'Aquila -. A mio avviso, bisogna potenziare e far funzionare al meglio il territorio oltre al fatto che si deve cercare di recuperare personale da utilizzare per aprire nuovi posti letto - conclude.


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