Cresa, "Dossier Abruzzo", timidi segnali di ripresa per l'economia abruzzese nel 2015

15 Giugno 2015   13:48  

In un contesto nazionale ancora negativo, per il 2014 le stime disponibili ed elaborate dal Cresa indicano per l'Abruzzo una flessione del Pil dell'1,8% in termini reali rispetto all'anno precedente (-0,2% l'Italia). Il 2015 si profila come l'anno della ripresa prevalentemente per l'area centro-settentrionale del paese che trae maggior vantaggio da un quadro esogeno piu' favorevole (accelerazione della domanda mondiale, deprezzamento dell'euro) e che ha subito un minore deterioramento dell'attivita' economica negli anni di crisi.

Per l'Abruzzo nel 2015, dopo sette anni di recessione, si cominciano ad intravvedere leggerissimi e timidi segnali di possibile ripresa dell'economia, evidenziati in particolare gia' nelle rilevazioni del I trimestre 2015 relative al settore manifatturiero.

E' quanto emerge dal 'Dossier Abruzzo', presentato stamane a Chieti dai ricercatori del Cresa dell'ambito della tredicesima giornata dell'economia organizata, oltre che dallo stesso Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali anche dalle quattro Camere di Commercio.

Nel 2014 la contrazione del Pil abruzzese e' stata determinata dal contributo negativo di tutte le componenti della domanda interna, in particolare quella relativa agli investimenti fissi lordi (-1,1% rispetto al 2013) mentre la spesa delle famiglie si e' ridotta dello 0,2%.

Tra i settori di attivita' le situazioni di maggiore sofferenza hanno investito il comparto delle costruzioni (-5%; -3,8% la media italiana) e il manifatturiero (-2,1% circa il doppio del calo nazionale).

Il comparto manifatturiero ha mostrato complessivamente una perdita del 26% del valore aggiunto rispetto ai livelli del 2007, superiore di circa dieci punti percentuali alla media italiana.

Le attivita' del terziario (-1,1%) sembrano mostrare una migliore capacita' di resistenza nelle fasi cicliche negative.

Sotto il profilo territoriale, il risultato del 2014 e' stato influenzato, in particolare, dalla dinamica negativa della provincia di Chieti in cui il valore aggiunto si e' ridotto del 2,2%, come esito di un calo delle attivita' industriali (-3%) e dell'edilizia (-5%) compensato da una flessione piu' moderata dei servizi (-1,5%).

Il valore aggiunto dell'edilizia ha rallentato la sua caduta nelle altre province e in particolare a L'Aquila. 


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