Si chiama Alessandra Santoro, ha 31 anni ed aveva un lavoro a tempo determinato. Ora non lo ha piu', e per questo il 'New York Times' l'ha scelta come simbolo di una lunga inchiesta dedicata all'ondata di disoccupazione che sta investendo l'Europa. Tutta l'Europa. Solo che, nota il giornale, non tutta l'Europa ha le stesse regole, ed alcuni sono piu' tutelati degli altri.
Infatti all'estremo opposto viene raccontata la storia di un'altra donna, la spagnola Arancha Calvo. Ha 41 anni, aveva un ottimo posto a L'Oreal (60mila euro l'anno) e lo ha perso. Al momento vive grazie al sussidio di disoccupazione di mille euro al mese, i risparmi, il sostegno della famiglia e, particolare non trascurabile, una liquidazione da 150mila euro piu' la rendita di due appartamenti affittati comprati ai tempi delle vacche grasse. Non naviga in acque tranquille, ma intanto ce la fa.
"Questa e' l'Europa che i non europei credono esista dietro i dati sulla perdita di posti di lavoro pubblicati ogni mese", chiosa il 'New York Times'. Peccato non sia cosi' ovunque, in Europa.
In Germania la contrazione dei posti di lavoro ha "messo in moto il modello di sussidi flessibili" ai disoccupati. Ma e' da notare soprattutto che, nelle aziende in crisi, i salari sono ancora corrisposti in pieno a chi e' in cassa integrazione. "Anni fa, quando nella stessa industria gli ordinativi andavano benissimo, gli operai lavoravano senza aumenti di stipendio", racconta il 'New York Times'. "Oggi quei soldi sono usati - grazie all'aiuto del governo - per corrispondere le competenze. E questo impedisce che si diffonda una pericolosa sensazione di panico". In Francia "l'assistenza ai disoccupati e' calcolata in base ai contributi versati, agli anni lavorati ed al tipo di contratto". Questo fa si' che "i lavoratori a tempo pieno possano avere per un periodo massimo di 18 mesi, un po' piu' lungo se si e' al di sopra dei 50 anni, fino al 75 per cento dell'ultimo salario percepito". In Italia, mette in rilievo il giornale, esiste una categoria esclusa da tutti queste garanzie, come nel caso di Alessandra Santoro. "La crisi ha accentuato le discrepanze all'interno del sistema assistenziale italiano, che e' strutturato per garantire solo alcune categorie di lavoratori". Quelli che hanno avuto la fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato. Gli altri ora sono in autentica difficolta'.
Il tipico precario italiano "lavorava per un'azienda che si occupava di relazioni con i clienti per conto dell'Alitalia. Ha perso il posto ad ottobre. Non ha avuto la liquidazione perche' prestava la sua opera in base ad un contratto a breve termine e che quindi, semplicemente, non e' stato rinnovato". Non basta: "Non puo' contare sui sussidi statali per la disoccupazione, perche' non ne ha diritto in quanto il sistema di welfare italiano non copre i lavoratori part-time e a con contratti a breve". Certo, nota non senza un pizzico di asprezza il 'New York Times', "a sentire Berlusconi la crisi finanziaria internazionale ha appena sfiorato l'Italia, un paese per lui in salute perche' l'83 per cento dei suoi abitanti e' proprietario della casa in cui vive". Pero' "le statistiche mostrano un'altra storia". Quella di un tasso di disoccupazione cresciuto di mezzo punto in pochi mesi. Chi resta in mezzo al ciclone ha di che temere. Alessandra Santoro ad esempio "ha due master. Ha inviato a destra e a manca decine di curricula ad altrettante aziende specializzate in gestione di risorse umane, il suo campo. Poi e' passata a cercare un lavoro meno retributivo, poi e' andata alla ricerca di un posto da semplice segretaria. Non ha ottenuto nulla". Fine della storia: "Ha accettato un posto da commessa in un negozio di cioccolata". Guadagna poco "perche' in Italia non ci sono i salari minimi, ma ha bisogno di pagarsi l'affitto quindi si accontenta". Il futuro e' poco allegro: "Come molti altri nella sua situazione, sente che piu' sara' il tempo in cui restera' fuori del mercato del lavoro, piu' difficile sara' per lei rientrarvi".
