Crolli del terremoto: all'udienza per via Generale Rossi testimoniano sopravvissuti e soccorritori

13 Maggio 2011   17:19  

Con l'audizione dei testi dell'accusa e' entrato oggi nel vivo il processo riguardante il crollo del palazzo in via Generale Rossi dove il sisma del 6 aprile 2009 uccise 17 persone. Ad essere ascoltati i rappresentanti della Sezione di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco, quelli della Polizia di Stato che nell'immediatezza dei fatti si erano occupati della rimozione e catalogazione dei reperti e del reperimento dei documenti e progetti presso il Genio civile.

Nel corso dell'udienza e' stato sentito anche il medico legale della Asl dell'Aquila che insieme ad altri tre colleghi aveva svolto esami autoptici delle vittime del sisma di due anni fa e nella fattispecie delle vittime del crollo dell'edificio, mettendo in evidenza come i decessi erano avvenuti durante il sonno per cause riconducibili ai traumi ma anche per sopraggiunta asfissia dovuta alla gran quantita' di polvere che aveva impedito alle vittime di respirare.

Toccanti sono state le testimonianze dei superstiti all'immane tragedia: Matteo Tognoli e Riccardo Liberati. Il primo studente universitario ha raccontato le fasi del crollo dell'edificio, del suo tentativo di alzare la serranda dell'abitazione posta al pin terreno dell'edificio, aprire la finestra per permettere anche alla sua fidanzata e ad un'altra giovane studentessa di uscire.

"Ma quando mi sono voltato - ha detto il giovane nella sua testimonianza - non ho piu' visto nessuno e io mi sono ritrovato sotto le macerie".

Ci sono volute 18 ore circa per permettere ai vigili del fuoco di poter estrarre dalle macerie Tognoli che a causa del crollo della palazzina ha riportato una invalidita' del 100 per cento, causa l'inutilizzo del braccio destro.

Altra testimonianza quella di Liberati, residente insieme a sua sorella ed i genitori all'ultimo piano dello stabile e che a seguito del crollo ha perso entrambi i genitori ed altri parenti che risiedevano nei piani sottostanti. Con grande lucidita', il giovane ha ripercorso le fasi dei lavori di ristrutturazione del fabbricato nel 2000 che aveva portato anche all'edificazione di un nuovo tetto, piu' grande di quello pre-esistente, nodo centrale dell'inchiesta visto che per l'accusa proprio il tetto avrebbe appesantito la struttura, facendola collassare.

Gli imputati sono gli ingegneri aquilani Diego De Angelis, che fu direttore dei lavori e amministratore del condominio, e Davide De Angelis, collaudatore, oltre al titolare dell'impresa che 12 anni fa fece i lavori di restauro Angelo Esposito. Tra le altre contestazioni, nell'ambito dei reati di omicidio colposo, lesioni e disastro colposo, mancate misurazioni di adeguamento statico ed omissioni riguardanti i collaudi. La richiesta globale dei risarcimenti del danno, supera i quaranta milioni di euro.

L'udienza e' stata aggiornata alle date del 23 e 30 maggio, in cui verranno ascoltati i consulenti che hanno redatto la relazione del pm, Fabio Picuti.


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