Crollo in via XX Settembre, processo alla stretta finale. La difesa: "Ininfluente nuovo stabile"

"Crollo inevitabile per fragilità del vecchio palazzo"

02 Luglio 2014   11:12  

Si avvicina sempre più il momento della sentenza del processo relativo al tragico crollo del palazzo di via XX Settembre del 6 aprile 2009, in cui morirono 9 persone.

Per il prossimo 28 ottobre è stata fissata la discussione in aula, mentre nella seduta di ieri il consulente della difesa, l'ingegner Andrea Benedetti, ha espresso la propria tesi circa le ragioni della tragedia, ribandendo che il crollo sarebbe stato inevitabile in quanto il vecchio edificio "Cioni-Berardi" sarebbe stato a suo tempo mal costruito, con vistosi errori di calcolo e materiale non idoneo, e quindi pressoché destinato a non resistere al sisma.

Nel contempo, sempre secondo il perito, la tragedia non sarebbe in alcun modo addebitabile alle vibrazioni dello stabile realizzato nei pressi in epoca più recente. Oltretutto, Benedetti ha sostenuto come il vecchio palazzo, di maggiori dimensioni, non avrebbe mai potuto risentire della spinta partita dal nuovo edificio assai più piccolo.

Conclusioni, quelle del perito della difesa, che vanno quindi palesemente a cozzare con quelle dei familiari delle vittime e delle parti civili, dal canto loro sostenitori dell'interazione tra le due strutture.

Il processo, lo ricordiamo, vede imputati con l'accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi Armido Frezza, Francesco Laurini, Diego Scoccia, Pietro Paoloni, Enrico De Cristoforo, ossia i costruttori e tecnici che realizzarono il nuovo palazzo Belvedere. Le parti civili hanno inoltre chiesto danni per milioni di euro.


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