Curiosità su Medjugorje

19 Agosto 2011   09:01  

Al di là della curiosità che desta questo posto per tutte le esperienze e gli interrogativi che ruotano sul tema religioso volevo dare un immagine di questo posto così come farei per qualsiasi altro che si visita.

Dalla croce bianca del monte Krizevac si vede tutta Medjugorje, un paesino povero e tranquillo nella pianura. Ma guardando più attentamente Medjugorje si scorgono evidenti tracce del business religioso innescato, della globalizzazione e della commercializzazione del sacro.

Tutta la strada principale è costellata di negozietti con souvenir di rosari, corone, coroncine, statue, crocifissi, immagini sacre: tutti uguali. La globalizzazione, con la conoscenza delle grandi firme ha portato anche qui i prodotti contraffatti, ed allontanandoci dai luoghi religiosi, anche dei grossi cartelloni pubblicitari attaccati ai palazzi. Poche le macchine di piccola dimensione, solo una y10 incrociata durante la permanenza; più frequenti Golf, Audi e Mercedes, anche nei vecchi modelli e colori un po' discutibili e desueti. Le case sono costruite in blocchetti e foratini rossi, molto varie a seconda delle condizioni economiche delle famiglie, ma tutte, anche quelle non ancora finite o più trasandate, con ottime finestre ermetiche anti- freddo.

Non ci sono grossi e fitti agglomerati urbani, piuttosto prevalgono casette indipendenti con accanto quel che resta dei vecchi rifugi antiguerra. Sono in pochissime zone c'è il concetto di ordine e bellezza estetica nell'urbanizzazione. Tanto disordine e ferri vecchi sparsi qua e la nella campagna e nel verde vicino le case che dà un senso di antico.

Medjugorje sembra un'appendice italiana poiché di italiani se ne incontrano veramente tanti: ed è la prima volta che mi capita di andare in uno Stato estero e di non dover parlare in inglese nei bar e nei negozi perché mi capiscono. Anche i menù degli alberghi e delle pensioni dove si può pernottare sono italianizzati. Pasta e spaghetti al pomodoro, carne e contorno di verdure con un grosso utilizzo di patate, unica differenza con la nostra cucina è l'accompagnamento del curry in molti piatti e del riso insieme ai secondi.

Il caffè è meglio farselo servire in un bar se si vuole rimanere legati al sapore che conosciamo, anche se abbiamo scoperto che ha un duplice prezzo: uno per i pellegrini, ovviamente maggiorato – ed uno per gli abitanti. All'ingresso del paese ci è sembrato inoltre di percepire qualche 'vizio' della dogana. Con l'esplosione del fenomeno del turismo religioso quello che era un povero paesello si è trovato a fare i conti con una veloce crescita ed invasione di benessere non programmato con i diversi aspetti annessi e connessi positivi e negativi.

La differenza con i nostri luoghi è palese: pensiamo di muoverci nell'atmosfera di un paese e non di una città, in ogni modo l'ambiente è più semplice ed essenziale, il massimo locale che troviamo è un bar, i pub sono inesistenti ma per quanto riguarda la ristorazione, ristoranti e pizzeria non mancano, sebbene sempre presenti in piccolissimi numeri. Tipici sono i chioschi lungo la strada, simili a quelli mobili che vediamo in spiaggia, che vendono i gelati o il miele ed i liquori.

Vicino alla chiesa ci sono tanti alberghi e pensioni che costeggiano la strada principale, e formano quasi degli agglomerati dove difficilmente troviamo case private. Queste ultime sono principalmente verso l'esterno e poche hanno l'aspetto delle nostre villette mentre c'è proprio da scordarsi dei palazzi.

Durante la nostra permanenza abbiamo riscontrato delle tariffe telefoniche molto alte, circa 3 euro a scatto alla risposta più la tariffazione ordinaria del gestore: proprio per questo motivo lungo le strade si trovano molti internet point che permettono di telefonare con programmi tipo Skype e risparmiare un po'.

Generalmente a Medjugorje non si va in vacanza. Certo i turisti non mancano e spesso chi passa le ferie a Monstar fa una tappa anche qui. ''Essi si riconoscono subito dall'uso spropositato della macchina fotografica'' – commenta un po' infastidito il parroco locale.

Silenzio e preghiera comunque caratterizzano questi luoghi salvo quando ci sono gli italiani in giro: più volte siamo stati richiamati mentre aspettavamo l'inizio della Messa in chiesa e qualche volta abbiamo anche disturbato chi era assorto in preghiera o era in fila davanti al confessionale, indice proprio che la parlantina ce l'abbiamo nel dna. Solo lo strumento dell'Ave Maria' all'occorrenza riesce a placare il nostro bisogno di parlare.

Spero in questi tre aspetti di avervi descritto sufficientemente questo luogo, toccando un po' tutto ciò che si vuole sapere alla vigilia di una partenza, una partenza un po' speciale poiché meta di un inizio di cammino di fede, non impossibile a nessuno, nemmeno a chi è consapevole di non essere un grande credente.

(Emanuela Bruschi)


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Medjugorje
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