D'Alessandro (Pd): "Chiodi si attivi per evitare la cancellazione di 106 piccoli Comuni abruzzesi"

15 Settembre 2011   15:44  

Il gruppo del Pd alla Regione chiede al governatore abruzzese Gianni Chiodi di farsi promotore nella Conferenza Stato - Regioni dell'abrogazione dell'articolo 16 della manovra finanziaria che prevede la soppressione dei piccoli comuni. In Abruzzo sono interessati 106 comuni sotto i mille abitanti. La richiesta e' contenuta in una risoluzione che i consiglieri del Pd presenteranno nel corso di un consiglio regionale straordinario. I particolari sono stati illustrati, questa mattina, a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, dal capogruppo del Pd alla Regione Camillo D'Alessandro.

L'esponente dell'opposizione ha fatto notare che i comuni sono l'unica parte della pubblica amministrazione che in questi anni ha contribuito a ridurre il debito pubblico e che le proposte della manovra che riguardano i piccoli comuni producono risparmi irrisori in quanto sostanzialmente non costano nulla allo Stato."Si intende contrabbandare il taglio di queste spese - ha detto D'Alessandro - come riduzione sostanziale della spesa pubblica mentre nessun taglio o quasi e' previsto per le spese dei ministeri, degli enti intermedi e del numero dei parlamentari. In Abruzzo - ha proseguito - 106 comuni vengono di fatto cancellati: i consigli comunali e i sindaci non potranno decidere nulla perche' tutte le funzioni saranno delegate all'Unione dei comuni. Per evitare tutto questo - ha sottolineato - chiediamo che il consiglio regionale si esprima contro la chiusura dei piccoli comuni e il presidente Chiodi si attivi in tal senso all'interno della Conferenza Stato - Regioni. Anche se la finanziaria e' stata approvata la soluzione potrebbe essere quella di inserire la norma che riguarda i piccoli comuni nel decreto mille proroghe e poi - ha concluso - aprire un confronto Stato, regioni ed enti locali per ridisegnare e ricostruire un rapporto tra territorio e governo centrale". Per il consigliere regionale Claudio Ruffini con la norma riguardante i piccoli comuni "si va a smantellare la storia, le identita' e a cancellare la possibilita' di rappresentanza, e dunque, il diritto di parola, di ampissimi territori".


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