Scrive Andrea Monti, nel suo popolare blog unmarzianoapescara.net
"D'Alfonso innocente o colpevole?… tecnicamente, no; politicamente (cioè per la gente), si.
L’indagine continua (con i suoi tempi elefantiaci) e come si dice in questi casi, chi vivrà, vedrà. Il punto è che per la gente Luciano D’Alfonso è finalmente innocente. Come si spiegherebbe, altrimenti, che il demiurgo di Lettomanoppello naturalizzato pescarese sia passato dalle stelle alle stalle e poi nuovamente alle stelle nel giro di qualche giorno (tradotto: come mai il GIP ha revocato la misura cautelare nel giro di pochi giorni, se non per il fatto che D’Alfonso è innocente)?
Ovviamente la risposta “tecnica” è (relativamente) semplice: una misura cautelare non è di per sé prova di colpevolezza definitiva, come la revoca di una misura cautelare non è dimostrazione di innocenza. Bisogna attendere la fine del processo, magari fino in Cassazione, per conoscere la “finta verità” 1 del dibattimento.
Ma la risposta della gente è diversa. Un po’ per mancanza di conoscenza di come funziona la giustizia penale, un po’ perché i serial avvocateschi americani fanno finire indagini e processi nel giro di mezz’ora, un po’ (tanto) per interessata convenienza, il fatto che Luciano D’Alfonso sia stato rimesso in libertà significa che è innocente. E tanto basta.
Ovviamente non ho alcun elemento per esprimere un’opinione “colpevolista” o “innocentista” e quindi non mi unisco ad alcuna delle fazioni che in questi giorni hanno dato bella prova di sé.
Ma non posso fare a meno di domandarmi, da cittadino comune, come sia possibile che un provvedimento serio come quello della privazione della libertà personale sia stato emanato e ritirato in un battito di ciglia. I casi sono due: o chi indaga ha preso un abbaglio clamoroso, oppure Luciano D’Alfonso è veramente molto, molto potente.
1) Parlo di “finta verità” perché un processo penale si celebra solo sulla base delle prove fornite dalle parti. Che hanno interesse a dimostrare il proprio teorema, piuttosto che accertare fatti “oggettivi”
2) Con i vergognosi “caroselli” sotto casa di D’Alfonso, quando era ristretto, le une, con i “pellegrinaggi” ossequiosi quando D’Alfonso è stato rimesso in libertà"