D'Alfonso nel ciclone, perquisizioni ed un avviso di garanzia

Dopo la vicenda Dezio

03 Luglio 2008   12:49  

Un avviso di garanzia e' stato notificato questa mattina al sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso (segretario regionale del Pd). Le ipotesi di reato vanno dalla corruzione alla concussione, dalla truffa aggravata al falso ideologico, nell'ambito di due diversi filoni. L'avviso di garanzia e' stato notificato al sindaco stamani nel corso di una perquisizione domiciliare e l'attivita' della squadra mobile e della polizia postale e' ancora in corso, non solo nell'abitazione ma anche in Comune dove sono stati acquisiti diversi documenti. Da tempo la polizia sta indagando sull'amministrazione civica, su diversi fronti. A maggio era stato arrestato il braccio destro di D'Alfonso, Guido Dezio, dirigente del Comune.

Il primo filone di indagine e' quello che riguarda Guido Dezio, il dirigente 40enne del comune di Pescara arrestato a maggio con l'accusa di concussione e tentata concussione e rimesso in liberta' nei giorni scorsi. Il sindaco e Dezio, secondo la Procura, avrebbero chiesto denaro a piu' imprese in cambio di atti amministrativi a loro favorevoli. Di qui l'ipotesi di reato di corruzione e concussione. Per quanto riguarda, invece, le ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, l'attenzione della Procura si e' soffermata sulla pubblicita' istituzionale del Comune. Si ritiene, infatti, che i fondi per la pubblicita' istituzionale in realta' sarebbero stati destinati a fini privati, personali, in particolare elettoralistici. Ad occuparsi dell'inchiesta e' il sostituto procuratore Gennaro Varone.

Le perquisizioni domiciliari, eseguite questa mattina dalla polizia, non hanno riguardato solo il sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, ma anche i suoi autisti. Ora gli investigatori stanno studiando le carte che il sindaco conserva nel suo ufficio. A Palazzo di citta' ci sarebbe anche il dirigente della squadra mobile, Nicola Zupo, che coordina le indagini relative alle inchiste sul Comune di Pescara.

Il personale della polizia postale e della squadra mobile e' rimasto in Comune oltre due ore, fino alle 14.30 circa, col sindaco D'Afonso e il suo legale, l'avvocato Giuliano Milia. C'erano, tra gli altri, il dirigente della squadra mobile, Zupo, e il vice dirigente della Polizia Postale, Di Benedetto. Negli uffici di Palazzo di citta' anche Davide Zacconi, della Polpost, che si sta occupando del caso-Dezio. Al centro dell'inchiesta su D'Alfonso ci sono anche le vicende della Pescara Calcio che vedono coinvolto Guido Dezio, il braccio destro del sindaco gia' finito in carcere. Nelle stanze blindate del primo piano di Palazzo di Citta' e' arrivato, subito dopo il blitz, il direttore generale della Pescara Calcio, Dario Mancini, verso le 14.50, per incontrare il primo cittadino, ma e' stato costretto a rinunciare all'incontro.


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