DIMENTICATI

Istituzioni assenti alla celebrazione delle vittime

07 Dicembre 2010   14:15  

20 mesi di ricordo doloroso e indelebile per chi la notte del 6 aprile 2009 ha perso per sempre uno dei suoi cari.
Quel ricordo non è solo dei parenti delle vittime ma anche di tutti gli aquilani, un ricordo che è anche presa di responsabilità di fronte a quei morti che forse potevano essere evitati con un vero rispetto delle regole.
Il ricordo è un fatto privato e libero, ma, talvolta, sentire che altri insieme a te ricordano il tuo caro e quindi condividono il tuo dolore, aiuta a sentirsi meno soli. Il terremoto è stata un tragedia di tutti gli aquilani, e chi non ha subìto perdite non può essere estraneo al dolore dei congiunti delle vittime. Per questo ogni 6 del mese in tanti scendono per le strade a fianco dei parenti per una fiaccolata della memoria che sia testimonianza di solidarietà e coscienza.

A L'Aquila, nel momento della memoria, gli aquilani sono sempre, o quasi sempre, soli . Difficilmente alla fiaccolata della memoria partecipano i politici. E non se ne sono visti questo 6 del mese, a 20 mesi dal giorno della tragedia. Certo, si dirà, non si può pretendere che le istituzioni blocchino i loro impegni per la partecipazione alla fiaccolata, il loro compito è lavorare fattivamente. Rappresentanti di comune, provincia, regione,certamente devono operare ma da loro non si può non pretendere attenzione.

A loro spetta anche il ruolo della memoria. Sì, perché la memoria va aiutata, stimolata, custodita. Immaginiamo che la memoria di tragedie come Auschwitz fosse tenuta viva solo dai parenti delle vittime, che ne sarebbe dopo la loro morte?

Spetta alle istituzioni essere presenti, presidiare la memoria, anche quanto a volte può costare fatica, anche quando gli impegni quotidiani portano lontano, ma esiste sempre la possibilità di inviare un proprio rappresentante.

Chissà se chi, ogni mese, fa nascere spontaneamente la fiaccolata, vorrebbe davvero al suo fianco politici. Siamo certi che se il politico si presentasse come aquilano, come abruzzese, come cittadino che non vuole e non può dimenticare, sarebbe bene accetto.
Così come sarebbe accettata, immaginiamo, l'istituzione di un obbligo civile: per tutti un minuto di silenzio ogni 6 del mese.Una follia? Pensiamo di no.

Mentre attendiamo che per la data del 6 aprile venga istituzionalizzata la giornata di lutto cittadino.

Al nostro microfono il consigliere comunale Enzo Lombardi.

 


Nelle foto alcuni rappresentati istituzionali, il 6 dicembre non erano a L'Aquila, ma a Bruxelles. A L'Aquila non è rimasto proprio nessuno? Così è sembrato.

 




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