Dai Padri Scalabriniani di Caracas si aggiunge sempre un posto a tavola

La storia, o meglio le storie che vi racconteremo oggi sono di quelle che lasciano nel cuore rabbia ed amarezza, coscienza, tristezza ma nello stesso tempo anche la consapevolezza che spesso gli artefici di un mondo migliore possiamo essere noi stessi.

Quasi sempre quando si parla di emigrazione italiana qui in Venezuela, vengono alla mente i successi  economici di molti dei nostri connazionali arrivati negli anni ’50, ma se per molti questa terra si è rivelata l’ “El Dorado” sognato per altri meno fortunati ha rappresentato, soprattutto nella fase più delicata dell’esistenza, la vecchiaia, un vero e proprio incubo.

Vivere in un paese dove la “rivoluzione” avanza lasciando però irrisolti nodi fondamentali dello stato sociale non è facile, se poi aggiungiamo un certo vuoto o addirittura disinteresse delle nostre istituzioni, la situazione diventa drammatica.

La latitanza di chi è preposto però  per fortuna viene colmata dal sostegno di chi più ricco non dimentica i suoi simili e così alla mensa dei padri Scalabriniani di Caracas si aggiunge quasi sempre un posto a tavola.

Una tavola che diventa il crocevia di tante storie vissute, di gesti d’amore consumati con la discrezione di chi fà della solidarietà un principio di vita.

Padre Vilmar, di origini brasiliane ci racconta nell’intervista realizzata che sono soprattutto i nostri connazionali che vengono aiutati “naturalmente qui non si rifiuta un piatto caldo a nessuno” ci dichiara “e così occasionalmente anche i venezuelani possono usufruire della mensa“.

Ma quali sono le dimensioni di questa necessità e come vengono affrontate, ce lo spiega padre Vilmer di origine Brasiliana, alla guida dell’istituzione dei padri Scalabriniani.

La naturale ritrosia di fronte alla camera è già superata, molti sono i racconti che scorrono come scampoli di vita vissuta, fotogrammi di vite al tramonto, esistenze spese alla ricerca di un benessere mai arrivato, lontane da una patria consapevolmente matrigna, vittime oggi della burocrazia di istituzioni preposte,    spesso distratte e lontane dalle necessità dei più bisognosi.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas