Dal Governo ancora attacchi alla magistratura

La casta a difesa di Del Turco

16 Luglio 2008   12:45  

"Apprendo con relativo stupore che tre consiglieri del Csm avrebbero chiesto al Comitato di Presidenza del Consiglio di aprire una pratica a tutela dei magistrati di Pescara di cui si sarebbero eretti a difensori d'ufficio per dichiarazioni rese da esponenti politici dopo l'arresto del presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco". Lo dice il presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli che aggiunge: "Al di la' del merito della vicenda, che non conosco e su cui non intendo esprimermi, non posso non rilevare come questa estemporanea iniziativa possa essere interpretata come una sorta di pressione nei confronti dei politici affinche' si astengano dal giudicare decisioni della magistratura. Tuttavia, conoscendo abbastanza bene i destinatari di questa ulteriore intimidazione, dubito che gli stessi si facciano intimidire".

"La richiesta di una pratica a tutela dei magistrati di Pescara avanzata da alcuni consiglieri del Csm è l'ennesima conferma dell'esistenza di un problema di rapporti tra politica, istituzioni e magistratura. La levata di scudi di oggi nei confronti delle dichiarazioni del premier rende sempre più evidente lo stato di crisi del sistema". Lo afferma Jole Santelli, deputato Pdl, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. "Un giorno, i magistrati rivendicano un loro diritto ad esprimere opinioni politiche, un altro chiedono di essere considerati imparziali nel giudizio e mal tollerano giudizi da parte di chi, tali giudizi, è istituzionalmente autorizzato ad esprimere. Oggi più che mai appare insensato continuare ad ignorare la questione della politicizzazione della magistratura - conclude l'ex sottosegretario alla Giustizia - in quanto il problema esiste ed è così serio da richiedere una riforma organica del sistema, come già anticipato dal premier Berlusconi e dal Guardasigilli Alfano".

Gregorio Fontana, deputato del Pdl, critica la presa di posizione dei tre consiglieri togati del Csm del Movimento per la Giustizia a difesa dei magistrati di Pescara che conducono l'inchiesta sulla sanità che ha portato in carcere, tra gli altri, il presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco. "Ricordare che i pm, con un uso spregiudicato della custodia cautelare, hanno rovinato la vita a chi non aveva altro torto se non appartenere alla parte politica sbagliata non vuol dire 'denigrare' la magistratura. In più di un'occasione infatti - sottolinea Fontana - i 'teoremi' accusatori delle solite Procure si sono sciolti come neve al sole e nessuno ha chiesto scusa a chi era coinvolto. Per questo, chiamare in causa 'figure istituzionali' o lamentarsi per 'accuse di parzialita'' non può che farci sorridere". "Provino a negare che in Italia non c'é mai stato un uso politico della giustizia - conclude Fontana - provino a negare che certe inchieste di giudici 'motorizzati' si sono spesso risolte in bolle di sapone; provino a negare che il presidente del Consiglio continua a collezionare assoluzioni".

"E' auspicabile che alcuni membri del Csm smettano di dare corpo alle ombre e di individuare sempre e comunque attacchi alla magistratura. Non mi pare di aver sentito espressioni di particolare criticita' nei confronti dei magistrati che si stanno occupando della vicenda che vede coinvolto anche il presidente Del Turco". Lo dice il senatore del Pdl Giuseppe Valentino. "L'auspicio formulato dal presidente del Consiglio, sulla base di esperienze che ahime', in questo Paese sono state vissute piu' volte, era che anche questo non fosse l'ennesimo teorema. Non mi pare che -prosegue- una espressione siffatta possa offendere chicchessia ne tantomeno suonare critica alle attivita' investigative in corso. La ricerca esasperata della contrapposizione con la politica e' diventata insopportabile. Rivela un ansia di criticita' ad ogni costo che mal si concilia con gli auspici che le parti piu' provvedute e moderate della politica e della magistratura formulano al fine di ricostruire un clima di serenita'. Clima che certamente sara' utile alle riforme organiche e di ampia portata che il ministro della Giustizia ha annunciato saranno avviate in autunno. Non vorrei che questi attacchi siano proprio finalizzati ad alimentare il clima di scontro e di preconcetta ostilita' rispetto alle innovazioni fortemente reclamate da ampi settori degli operatori del diritto".

"Le indagini della magistratura sulla politica devono essere considerate fisiologiche perche' nella politica, come in ogni altra attivita' umana, esistono anche fenomeni di illegalita'. Due principi, pero', non devono mai essere messi in discussione: che il giudizio spetta ai tribunali e non al sistema mediatico, e che i metodi di custodia cautelare e di detenzione devono essere conformi alla legge". Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori PdL. "Il premier Berlusconi non ha fatto altro che ricordare tutto questo. Se i membri del Csm, invece di fare i sindacalisti in servizio permanente effettivo, avessero guardato alla sostanza, avrebbero potuto risparmiarsi un'altra iniziativa dal sapore evidentemente politico, relativa peraltro a dichiarazioni pronunciate nel giorno in cui l'ennesimo procedimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi si e' concluso con l'ennesima assoluzione".

'L'iniziativa dei tre consiglieri del Csm l'ulteriore dimostrazione che quella riforma della giustizia 'dalle fondamenta', di cui ha parlato Berlusconi, e' davvero urgente e necessaria. Il Presidente del Consiglio, sulla vicenda di Pescara, si e' infatti limitato a dire che spesso i magistrati hanno agito sulla base di teoremi e non su prove. Ci sono cento vicende che stanno a dimostrarlo: dagli innumerevoli procedimenti contro Berlusconi stesso finiti in assoluzione al caso Tortora, per non parlare dei tanti cittadini meno noti di cui l'opinione pubblica non viene a sapere nulla. Anziche' occuparsi dei magistrati protagonisti di queste penose vicende, Riviezzo, Fresa e Petralia vorrebbero che il Csm si pronunciasse ora contro Berlusconi. Del resto non mancano le dichiarazioni di questi tre magistrati contro il leader del Pdl e contro tutta la sua azione di governo, a cominciare dall'inquietante 'Appello per la giustizia' del 2006, firmato da Fresa e Petralia, dove si accusano le leggi approvate dal Parlamento di aver tolto dignita' all'Italia e all'intera classe politica. E' a causa di queste prese di posizione estremiste che la fiducia dei cittadini nella giustizia e' ai minimi storici". Lo dice il senatore del Pdl, Lucio Malan.


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