Dalla Sagifur sostanze tossiche nell'acqua: chiesto il giudizio per amministratore e liquidatore

Falde e pozzi sarebbero inquinati

09 Dicembre 2013   10:06  

Vari solventi cangerogeni ed estremamente pericolosi per la salute si sarebbero depositati nel corso del tempo nella falda acquifera e vari pozzi in località Coste Micucci, nei pressi di Rapino.

I responsabili di ciò, secondo la Procura di Chieti, rispondono ai nomi di Giammario Salvatore, 66 anni, e Antenore Gambacorta 65 anni, entrambi di Rapino, rispettivamente legale rappresentante (e dal 2005 amministratore di fatto) e liquidatore dal 2005 della ditta Sagifur.

La Procura li ha infatti rinviati a giudizio con l'accusa di disastro ambientale  colposo, adulterazione delle acque e di alcune contravvenzioni di genere ambientale (omissione di bonifica, messa in sicurezza e piano di caratterizzazione dell'area interessata), e li ha convocati davanti al gup il prossimo 15 gennaio.

Secondo la magistratura, il fatto sarebbe stato "commesso in Rapino il 18 luglio del 2011 con permanenza del reato fino ad oggi, tramite l'utilizzo di sostanze utilizzate nella lavorazione del pellame", che la Mario Negri sud e l'Arta hanno definito "sospetti cancerogeni".

L'area della Sagifur e la falda acquifera sono state sequestrate dalla Forestale  lo scorso aprile, dopo le ennesime lamentele dei residenti in merito al tanfo proveniente dagli scarichi delle loro abitazioni, collegati alla stessa rete fognaria dell'azienda, tanto da convincere il sindaco di Rapino a vietare ai cittadini di utilizzare l'acqua dei pozzi per sei mesi.


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