Ddl intercettazioni: arrivano gli americani

21 Maggio 2010   14:42  

Gli Stati Uniti si schierano dalla parte di chi dice che le intercettazioni sono utili. "Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l'ottimo lavoro svolto finora: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini" nella lotta alla mafia, ha detto in una conferenza stampa all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma Lanny A Brauer, il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia degli Usa con delega alla criminalità organizzata internazionale. Brauer ha anche spiegato che "la legislazione italiana finora è stata molto efficace. Non vorremmo che accadesse qualcosa che impedisca" l'ottimo lavoro della magistratura italiana, ha spiegato, evidenziando "l'eccellente collaborazione" tra Italia e Stati Uniti nella lotta alla criminalità organizzata: "L'Italia ha fatto dei grandi progressi nelle indagini e nel perseguimento dei gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini", ha sottolineato il sottosegretario, precisando di "essere consapevole che possiamo e dobbiamo fare di più", commenta.

D’accordo con le affermazioni del sottosegretario Usa il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi: "Le preoccupazioni degli Stati Uniti sono identiche alle nostre. Il Ddl sulle intercettazioni è un regalo alla criminalità organizzata, anche straniera e renderebbe la lotta alle mafie internazionali più difficile. Il governo non può sacrificare la sicurezza di tutti per tutelare interessi particolari del prenmier e dei suoi amici. Il Ddl sulle intercettazioni è uno scandalo e va stoppato immediatamente", afferma. Per il Pdl ha esternato: "E' sempre possibile fare giornalismo, così come politica, nel rispetto dell'avversario e delle posizioni diverse". E' di quest'idea il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.

Nel frattempo si è aperto un nuovo fronte fra il proprietario di Mediaset Silvio Berlusconi e l'editore di Sky, Robert Murdoch: la Tv satellitare ha annunciato che farà ricorso a tutte le sedi internazionali competenti, compresa la Corte europea dei diritti dell'uomo, contro queste norme che rappresentano "un grave attacco alla liberta di stampa ed espressione". La rete infatti, citando il suo editore, afferma che le norme in esame "rappresentano una grave anomalia a livello europeo". A fianco di Sky si è schierato il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, calcando la mano sul fatto che "in Italia siamo una anomalia rispetto agli altri Paesi europei".

Poco prima il relatore del provvedimento, il senatore Roberto Centaro, aveva annunciato, dopo una riunione con Berlusconi, che le norme che prevedevano l'arresto (obbligatorio) fino a due mesi per i giornalisti in caso di pubblicazione di atti vietati o delle intercettazioni sarebbe stato ritirato. Di fatto la galera rimane una ultima opzione in caso di non pagamento delle ammende prevista dal ddl (da 2.000 a 10.000 euro per gli atti vietati e da 4.000 a 20.000 in caso di intercettazioni ). Le stesse norme riguardavano anche chi pubblicava la foto o il nome del magistrato titolare del provvedimento. Il Pdl attende di vedere cosa accadrà in sede parlamentare e fuori dal Palazzo dopo lo "smarcamento" deciso giovedì.

I finiani hanno risposto dimostrando malumore e invitando ad ulteriori e sostanziali ritocchi: salvaguardare un "doppio binario" per le indagini di mafia, allargarlo ai reati collegati e non bloccare la possibilità delle intercettazioni ambientali oltre a salvaguardare il diritto di cronaca. L'Udc definisce il ritiro della norma sull'arresto un "buon passo indietro" ma critica l'uso della "logica del gambero" che non si può utilizzare per un tema tanto delicato e rilevante. Il partito di Casini giudica la mossa decisa da Berlusconi un passo fatto più per "non spaccare la maggioranza" che per convinzione. L'Idv va oltre: si tratta di un tentativo del "venditore ambulante Berlusconi". Il Pd invita già da ora, con Zanda, alla disobbedienza qualora l'attuale testo diventasse legge. La Serracchiani nota che la Lega "vota e tace".

Oggi sarà una giornata di mobilitazione contro il provvedimento: sit-in davanti Montecitorio, appello della Fnsi (che prepara lo sciopero dei giornalisti), proteste dell'Anm e di Magistratura democratica mentre Antonio Ingroia invita Berlusconi ad essere "consequenziale" dopo il richiamo del "chi sbaglia paga" rivolto ai suoi uomini. L'unico modo è rivedere questa legge, dice il procuratore aggiunto di Palermo. Il sit punta a coagulare strati diversi di protesta mentre Carlo Verdone definisce la legge "di stile iraniano" e Internet sollecita il tam tam della rete. L'appello dei costituzionalisti ha raccolto 120mila adesioni e oggi a Napoli una storica libreria, la Treves, protesterà con bavagli e strappando quotidiani in Piazza Plebiscito.


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