Decreto Fiscale, braccio di ferro tra Salvini e Di Maio

15 Ottobre 2018   10:41  

E’ in corso un braccio di ferro tra Lega e M5S sui contenuti del decreto Legge fiscale.

Il pre-vertice di domenica a Palazzo Chigi è terminato dopo ben tre ore in un nulla di fatto, tanto da costringere il vicepremier Luigi Di Maio a riunire i suoi in tarda serata, appena fatto rientro a Roma da Milano. Un nuovo pre-vertice è previsto in mattinata ma - secondo quanto apprende l'AdnKronos - per la Lega potrebbe essere presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e non il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

La tensione resta alta, tanto che nella riunione tenutasi nell’ufficio del ministro Riccardo Fraccaro, a quanto si apprende, sono volate parole grosse contro gli alleati di governo: "Per far guadagnare chi ha soldi oscuri fuori, vogliono affossare i piccoli imprenditori": questo il messaggio che è arrivato come uno schiaffo dalla riunione a porte chiuse a due passi da Palazzo Chigi. 

A rallentare la corsa del provvedimento, che nel pomeriggio è atteso sul tavolo del Cdm, è innanzitutto il capitolo della cosiddetta pace fiscale: il M5S chiede a gran voce che venga circoscritta a tutti quei cittadini che, è vero, non hanno pagato le tasse dovute ma in ogni caso hanno segnalato in modo fedele il proprio debito al fisco, ovvero hanno effettuato correttamente tutte le dichiarazioni. Chi non ha dichiarato, per i grillini, deve essere lasciato fuori. 

Tanto più - il ragionamento che rimbalza nelle file 5 Stelle - che quando entri nel piano scivoloso del ‘non dichiarato’ può trovare spazio qualsiasi forma di condono, compreso lo scudo per chi detiene capitali all’estero. Ma se il Movimento punta i piedi sul capitolo fisco, dichiarandosi "irremovibile" sulla questione, i leghisti avrebbero dato l’altolà -raccontano fonti di governo M5S - a una norma imprescindibile per il Movimento, ovvero la cosiddetta misura Bramini (dal nome dell’imprenditore brianzolo fallito per un credito inevaso dallo Stato) per rendere impignorabile la prima casa. Oltre a fare muro su un pacchetto di misure per la 'sburocratizzazione' realizzato e voluto da Di Maio in persona per favorire le piccole imprese. 

Nel mirino dei 5 Stelle, stando almeno a quanto filtrato dalla riunione di domenica sera, sono finiti soprattutto il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia: "Salvini era assente al prevertice, ora occorrerà capire cosa ne pensa Matteo..." ragionavano i 5 Stelle riuniti con Di Maio lamentando "la totale chiusura" dei due esponenti leghisti.



Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore