"In carcere non sono crollato grazie all'enormità dell'accusa": lo dice in una intervista a "Diva e donna" l'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco. Negando di aver percepito tangenti e smentendo le accuse di Vincenzo Angelini, imprenditore abruzzese della sanita', Del Turco confida: "Mi stupiva l'enormità' dell'accusa. Pur di lasciare il carcere avrei confessato qualunque cosa, ma sei milioni di euro... Dove li avrei trovati per restituirli? Mi sono detto: devo tenere duro". I risvolti familiari sono stati i piu' dolorosi. "Alla mia famiglia non ho dovuto spiegare niente. Ma non mi perdono di aver ceduto alla richiesta di mia figlia di incontrare in carcere i miei nipoti, che chiedevano ossessivamente del nonno. Penso che qualcosa resterà' dentro di loro di quella esperienza. Il rumore dei catenacci, la sala dei colloqui sono cose che noi tutti avevamo visto solo al cinema". "La mia famiglia e' intorno a me con intensità' straordinaria. Cristina, la mia compagna, non mi ha mollato un attimo", aggiunge, lamentando di non aver avuto la stessa solidarietà' dai compagni di partito: "E' sconfortante che il partito democratico abbia deciso di non schierarsi subito dalla mia parte. Loro pensano che qualunque procuratore venga un momento prima dei diritti costituzionali di un cittadino. Io, come tutti, ho diritto alla presunzione di innocenza fino a prova contraria". Parlando del futuro e del processo, l'ex governatore dice: "Io saro' assolto. Il mio solo pensiero e' come uscire dal processo pulito cosi' come sono". E il futuro politico? "Non e' che decido io. La politica si basa sul consenso", afferma. "Il mio terrore e' che questa vicenda abbia infangato 45 anni di vita politica e sindacale. Non mi va di pensare che la mia storia politica si concluda con questa storiaccia"