Di Domizio: "Ho perso la testa, non volevo uccidere mia madre"

Respinta la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale

16 Maggio 2013   15:28  

Non riesce a darsi pace, a tre giorni dall'accaduto, il 52enne Domiziano Di Domizio, che lunedì sera, al culmine dell'ennesimo litigio, ha ucciso la madre 84enne, Arcangelina Silvestri, strangolandola.

"Ho perso la testa, ma non volevo ucciderla", la risposta che l'uomo, recluso nel carcere di Chieti con l'accusa di omicidio volontario aggravato, ha dato ieri mattina alle domande del giudice per le indagini preliminari Antonella Redaelli. Parallelamente, proprio facendo leva sulla personalità di Di Domizio, il suo difensore d'ufficio, l'avvocato Cristiano Sicari, pur non opponendosi all'arresto, aveva però domandato per il proprio assistito misure cautelari meno rigide di quelle cui é al momento sottoposto, sostenendone la non pericolosità di fondo. Richiesta respinta da gip, che ha convalidato l'arresto, decisione sulla quale potrebbe aver avuto un certo peso anche il quasi certo tentativo di suicidio dell'uomo subito dopo l'omicidio.

In altre parole, il raptus che lunedì sera ha spinto l'uomo a commettere l'omicidio sarebbe da considerarsi, secondo il difensore, un caso isolato, circoscritto nella serata di lunedì dal punto di vista sia psicologico che oggettivo, nella vita di un uomo che, dopo un grave incidente in moto una decina di anni fa, che ne ha determinato la parziale invalidità, sembrava sprofondato in uno stato di forte depressione, al punto da essere in cura presso un centro di igiene mentale.

Una depressione così forte da averlo indotto a condurre una vita estremamente ritirata, contraddistinta da un abuso di sigarette, spesso fonte di discussioni tra lui e Arcangelina. Secondo conoscenti e vicini di casa, infatti, l'anziana donna, insegnante in pensione e, sembra, persona dal carattere decisamente impostato, assai frequentemente sgridava il figlio, cercando di spronarlo, fino alla sera del 13 maggio.

Non é da escludere, ora, che l'avvocato Sicari presenti domanda di perizia psichiatrica per l'uomo, al fine di attestarne l'effettiva capacità di intendere e di volere.

Lorenzo Ciccarelli

 

 

 


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