“Chiedo scusa agli abruzzesi nel mondo per ciò che è accaduto alla Regione Abruzzo ma i fatti contestati dalla magistratura inquirente sono legati a responsabilità personali che non coinvolgono l’intera classe politica abruzzese, la parte onesta che ha ben operato in questa regione per gli abruzzesi in loco e nel mondo. E’ come se avessi ricevuto una coltellata, che mi ha fatto soffrire più degli altri”. E’ lo sfogo dell’assessore regionale Donato Di Matteo, presidente del Cram Abruzzo, che ha colto l’occasione del primo incontro pubblico a Rosciano (Pescara), in occasione della “Festa degli Abruzzesi nel mondo”, per esternare ai corregionali nel mondo il pensiero che si portava dentro da 15 giorni sui fatti di cronaca giudiziaria che hanno duramente colpito la Giunta Del Turco, nella quale Di Matteo era entrato da appena un mese. Il buon lavoro del Presidente del Cram e Assessore ai Trasporti e Mobilità sul territorio così come quello a favore dei corregionali nel mondo, senza dimenticare il suo lavoro di medico di comunità che non ha mai abbandonato, così come le tanto attese iniziative per promuovere l’economia regionale all’estero coinvolgendo per la prima volta la rete degli emigrati, sono sotto gli occhi di tutti. Un lavoro che va difeso, andrà avanti, “non può tornare indietro”, per stessa presa d’atto dell’intero Consiglio regionale che “dal distacco e dall’indifferenza storica verso chi è stato costretto a emigrare – ha rivelato Di Matteo – è passato ben presto all’influsso positivo della comprensione di una buona politica a favore dei corregionali all’estero” e, di conseguenza, per l’Abruzzo.
Esempio di buona amministrazione di una classe politica storica è proprio il Comune di Rosciano: Gianfranco Passeri, sindaco del paese ospitante la Festa, “è un amministratore validissimo – ha ribadito Di Matteo - già alla sua seconda consiliatura, espressione di una classe politica onesta e leale capace di dare ancora un grande contributo al buon governo di questo territorio”.
L’intervento-sfogo del Presidente degli Abruzzesi nel mondo – che ha rivelato di aver ricevuto tanti messaggi di sdegno da ogni parte del mondo - è avvenuto durante la presentazione-dibattito del libro “Sulle orme di Colombo”, pubblicato dalla Edizioni Tracce e scritto da Nicola Di Teodoro (nella foto, a destra, Con Di Matteo), consigliere Cram per il Venezuela, alla cui emigrazione italiana e abruzzese è dedicato il volume. Di Teodoro ha smorzato la tensione affermando che Di Matteo “se, invece che politico fosse un santo sarebbe quello protettore di tutti gli abruzzesi nel mondo” e, rivolgendosi al suo Presidente ha aggiunto: “Non ti devi vergognare: il tuo calore e il tuo sorriso ci hanno ridato l’orgoglio di sentirci abruzzesi”.
Presentando il suo libro, già pubblicato in spagnolo in Venezuela, Di Teodoro ha detto che con questo testo ha voluto rendere giustizia all’importante ruolo dell’emigrazione italiana e abruzzese nel Paese dove è emigrato “giacchè la storia la scrivono i vincitori è, nel nostro caso, l’hanno scritta gli spagnoli che non hanno, però, raccontato tutta la verità”.
Un ruolo da protagonisti, nella storia del Venezuela ce l’hanno avuto proprio gli abruzzesi, uomini come Nicola Ciammaricone, presente all’incontro, la cui incredibile storia di emigrato di successo ma solidale verso i più sfortunati, è stata raccontata nel libro.
Ciammaricone, industriale del settore degli accessori per autovetture, è intervenuto anche alla successiva presentazione di un altro libro voluto dal Presidente del Cram, “Donne abruzzesi nel mondo”, pubblicato dall’Anfe e scritto da Diana Mazzone, per sottolineare il fondamentale ruolo della donna, moglie e madre, emigrata.
Infine, i saluti di Nicoletta di Gregorio, presidente della Tracce edizioni, che ha ringraziato Di Matteo per aver data alla sua casa editrice l’opportunità - attraverso il libro di Di Teodoro e il primo “Monongah, dal fatto al simbolo”, scritto da Claudio Palma e Dina Cianci (vincitore di importanti premi internazionali) – di scoprire l’affascinante mondo dell’emigrazione.Dopo i due incontri culturali, a cura della brava consigliera comunale Maria Ranieri, la Festa, prima dei due concerti serali, ha proposto agli ospiti due distinti “menu dell’emigrato”: quello “povero”, della partenza, e quello della “rasc”, dell’abbondanza, del ritorno.La Festa si è conclusa allo stadio comunale con il concerto del cantautore Francesco De Gregari. Inutile dire che si è trattato di un “tutto esaurito”: 10mila spettatori.