Di Matteo continua la sua pesonalissima corsa, il PD preoccupato finirà sventrato dall'interno?

Le regionali 2013 negli occhi di quelli rimasti a bocca asciutta

03 Maggio 2011   07:48  

Progetto Abruzzo non si ferma e come un rullo compressore schiaccia il PD regionale in molte realtà locali.
L'associazione di Donato Di Matteo diventerà una lista civica (Abruzzo Riformista) che avrà come obiettivo più o meno dichiarato le elezioni regionali del 2013, magari passando in qualche elezione locale tanto per provarne la tenuta.
Oltre a Donato Di Matteo i nomi che si fanno sono quelli di Marco Verticelli e Antonio Boschetti che dalla prima ora sarebbero saliti nel carrozzone allestito dall'ex Presidente del CRAM Di Matteo.
Mister 13mila voti (Di Matteo) dopo aver sofferto notevolmente i freni del suo partito, il PD, starebbe organizzando una bella "campagna acquisti" proprio lì in mezzo, al contrario di sempre, infatti, questa lista civica sta tentando di reclutare più gente possibile proprio all'interno del Partito Democratico di fatto tentando di cannibalizzare quello che poi è ancora sulla carta il loro progetto politico, in quanto ancora ufficialmente nelle fila dei Democratici.
Varie le adesioni già ricevute (seppur senza alcuna ufficialità per il momento vista la posta in gioco e le modalità di "reclutamento")in tutte le province abruzzesi sintomo di un lavoro "politico" certosino che somiglia più ad una personalistica resa dei conti che ad un vero disegno politico.
Già contattato l'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso che tutti sanno punta decisamente alla regione e che scalpita all'interno del PD, secondo a segretari locali troppo giovani e inibito dai regolamenti interni ai democratici.
Poi ci sono altri eminenti esponenti locali come Alfredo Moroni e Marco Fanfani due assessori (sempre PD) della giunta Cialente all'Aquila, Gianfranco Tedeschi e Nicola Pisegna (ex fedelissimo di Del Turco) in marsica. Nel chietino paiono già convinti due ex sindaci Verino Cardarelli e Nicolino Di Quinzio.
A Pescara i nomi che si fanno sono quelli di Angelo Ciarfella e Andrea Di Meo sindaci di Civitaquana e Serramonacesca, infine nel teramano ci sarebbero Angelo Di Donatantonio e Roberto Ricci.
La struttura del partito già c'è e dopo lo smacco di Picciano i nervi sono tesissimi, ieri abbiamo provato ad ascoltare il deputato PD ed ex sottosegretario Giovanni Lolli, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Lo stesso Camillo D'Alessandro capogruppo alla regione è preoccupato, ben conscio della delicatezza del momento, "non si può rispondere ad un errore commettendone un altro. L'espulsione non è una soluzione né politica né umana. Ma chi sta dentro ad un partito non può pensare di usarlo a fini personalistici a discapito della linea generale".
Ovvio che il dibattito "politico" tra il PD e i "dimatteiani" dovrà prima o poi ricondursi a qualche straccio di programma perché la cosa pubblica non è calcio mercato e chi si affaccia con un nuovo progetto politico dovrebbe prima proporre quest'ultimo e poi iniziare ad aggregare simpatizzanti e sostenitori.
Purtroppo ad oggi non esiste un percorso politico, ma un grosso rullo compressore che come obiettivo non dichiarato ha quello di polverizzare il centro sinistra, una bella prospettiva per il PDL che "risolti" problemi interni sta alla finestra sornione.


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