Dibattito sull´emigrazione a Nocciano: gli interventi di Di Matt

17 Luglio 2006   12:06  

Le conclusioni politiche del dibattito sono state affidate a Di Matteo, che ha subito salutato Chaves come "un grande amico con cui c’incontriamo per fare uscire il Venezuela dallo stato di difficoltà" e ringraziato la D’Eusanio, "anche lei un pezzo d’Abruzzo che è diventato grande fuori". Emigrazione e immigrazione sono per il Presidente del Cram "due facce della stessa medaglia, entrambi formate da cittadini che partono da regioni povere verso stati più ricchi". Il Cram, ha spiegato il Presidente, "è l’istituzione nata un anno fa che mette insieme dell’Abruzzo nel mondo per contribuire alla crescita. Ora siamo impegnati nella missione salute in Sudamerica, perchè la salute solo per i ricchi è brutta e incivile. In Venezuela stiamo avviando i Centri di prima accoglienza e lavorando a una legge per l’assistenza gratuita continua e diffusa in tutti gli stati".

Altre iniziative prioritarie del Cram targato Di Matteo sono la comunicazione e l’informazione e il turismo in Abruzzo: "In collaborazione con l’Aptr, stiamo attivando terminali informatici per mettere in rete con noi e fra loro tutte le associazioni di emigrati perchè vogliamo fare promozione turistica della nostra regione tramite gli abruzzesi all’estero. Solo così faremo scoprire paesi e monumenti belli come questo Castello che ci ospita e va scoperto e vaqlorizzato, in un paese piccolo che pure ha subito l’emigrazione".

Di Matteo ha mostrato disaccordo con le parole di Micheloni: "Guai a quel cittadino che perde il contatto con le proprie radici. Il nostro obiettivo è che le associazioni devono coinvolgere i giovani. All’ultimo Cram abbiamo eletto una mia vice giovane e donna, Ana Maria Michelangelo (presente ieri, ndr), pur se è stata un’elezione difficile". Il Presidente del Cram ha poi detto che d’ora in poi le riunioni del Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo sarà itinerante: "Non più solo in Abruzzo, a partire dal prossimo che si terrà a Viña sul Mar, in Cile. Perché anche l’Abruzzo deve avere il coraggio di stare lì dove sono i nostri emigrati. Senza dimenticare un’altra novità: il Congresso internazionale dei giovani, ospiti una volta l’anno in uno stato dei cinque continenti".

Per Di Matteo il Cram "deve diventare strumento vero di collegamento vero con la Giunta, vche è venuta tutta all’ultimo Cram, perchè le politiche dell’emigrazione non si fanno solo con i fondi del settore emigrazione, che sono pochi, ma anche con quelli della sanità, turismo, attività produttive". I lavori sono stati chiusi dai saluti trasmessi da Angeli e letti dalla Genzone, che si è detto pronto a lavorare per favorire l’interscambio turistico, commerciale, artigianale e agricolo "per far incontrare le due sponde del mondo" e dai saluti del sindaco di Nocciano, Roberto Di Gabriele, e dell’ambasciatore Chaves. Il Sindaco ha ricordato che l䚠% dell’emigrazione noccianese è proprio in Venezuela "per questo la presenza dell’Ambasciatore ha riempito di gioia i miei concittadini", sperando che "tutte le belle parole di oggi si trasformino in fatti concreti". Prima di passare la prola a Chaves, la D’Eusanio ha voluto dire di rivendicare la sua valigia di cartone: "Sono andata a Roma con 10mila lire in tasca. Ho fatto le pulizie nei ristoranti. Ho studiato e sono diventata giornalista. Oggi mi si è aperto il cuore con le parole di Donato e Marisa come ieri con quelle di Francesca".

Il dibattito è stato giudicato "nutritivo" dall’ambasciatore Chaves per risolvere i problemi. "Anche oggi dal Libano verso la Siria migrano per sopravvivere. Nessuna emigra mai per gusto. In quelle valige di cartone non portavate vestiti ma speranze e sogni. L’emigrazione è uno degli argomenti più delicati, bisogna stare attenti quando se ne parla. Di Matteo – ha spiegato Chaves - ha palpato l’identità del nostro paese e ha capito subito quali sono le necessità per gli abruzzesi nel Venezuela, pese ricco per il petrolio, una ricchezza che, però, in passato, non siamo stati capaci per trasformarla in benessere per tutti. Fra i nostri accordi ci sono componenti assistenziali ma anche infrastrutturali. Noi non abbiamo tecnologia ma molta materia prima, quindi c’è molto per lavorare insieme". Alla sua quarta visita in Abruzzo da quando, un anno fa, è diventato ambasciatore, il medico prestato alla diplomazia ha detto che per lui, "venire in Abruzzo è come andare a casa: quando sono a L’Aquila mi sembra di stare nella mia Merida; quando sono a Pescara, invece, ho la sensazione di essere a Puerto la Cruz".


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