Il senatore Claudio Micheloni ha detto che la tanto ripetuta valigia di cartone bisogna dimenticarsela una volta per tutte: "Dobbiamo cambiare approccio perchè le storie di emigrazione sono diverse, legate alle realtà dei vari paesi dove ci si è trasferiti. Se noi corregionali allestero siamo una risorsa bisogna cambiare il punto di vista di questa realtà. Ormai i nostri figli si sono ottimamente inseriti, non si può parlare più di nostalgia di ritorno, perché sloro hanno unaltra priorità dinserimento: devono essere protagonisti delleconomia, esercitare i diritti politici. I nostri ragazzi non ferquentano le associazioni di emigrati perché sono gestite ancora dagli stessi di sempre e sono sempre più un pezzo del passato". Sulla novità degli eletti allestero, lunico senatore estero abruzzese ha detto che giungono con 30 anni di ritardo, "anche se le nuove generazioni non hanno partecipato molto e si chiedono, sbagliando, perché devono votare per lItalia. Io ho cercato di far capire loro che ha senso perché, anche in questo modo ci può essere per loro una marcia in più nei paesi dove vivono". Alla Regione, Micheloni ha ricordato che deve impostare un nuovo rapporto con i nuovi abruzzesi "sennò siamo fuori dalla storia". I parlamentari, invece, devono lavorare per risolvere problemi materiali come la rete consolare, la scuola, le pensioni e il fisco: "Qqueste sono le nostre priorità con in più la capacità dintervenire per gestire limmigrazione in Italia. Falliremo, come eletti allestero, se non saremo in grado di far integrare chi viene in Italia, perchè tutte le tensioni internazionali che viviamo sono quelli di donne e uomini che salgono sui barconi per sopravvivere. Non dimentichiamo che anche noi siamo stati clandestini con la valigia di cartone".
La Bafile, incalzata dalla DEusanio, si è soffermata sul problema degli emigrati ormai anziani che non ce lhanno fatta, "un problema che accomuna tutto il Sudamerica. Sorti che oscillano e che oggi dipendono dagli altri connazionali e dal volontariato di persone come la Granchelli. Di Matteo – ha anticipato la deputata e giornalista italo-venezuelana – "sta portando avanti in questo senso importanti iniziative: la Regione ora lavora diversamente, ma a tuttoggi per chi è in difficoltà non ci sono aiuti seri, cè solo la carità consolare che dipende a sua volta dallumore del funzionario di turno che decide se quellitaliano è sufficientemente affamato. Ho già chiesto al Parlamento di trasformare la carità in diritto, perchè un sussidio per noi basso in Sudamerica aiuterebbe a superare il problema della fame di nostri connazionali che non è che si sono impegnati meno ma la vita fa prendere determinate strade. Ma ognuno che è partito, ha lavorato ed è stato lunico della famiglia che ha avuto il coraggio della partenza e del distacco e ha fatto campare in Italia tutta la famiglia. Ecco perchè gli abruzzesi che sono fuori sono persone vostre, non sono da buttare. Poi bisogna aiutare con una legge istitutiva di assicurazione chi ha problemi di salute (che in Sudamerica è privata e carissima), legge che con Di Matteo abbiamo già definito. Oggi chi si ammala perde tutti i risparmi", ha concluso la deputata eletta in Venezuela, paese oggetto delle prime iniziative del Cram e che ha visto a Nocciano la presenza di Rodrigo Chaves, ambasciatore in Italia di Caracas: "La sua presenza – ha sottolineato la Bafile - dimostra che siamo una forza comune, che stiamo lavorando insieme, che cè in Venezuela una comunità apprezzata sennò Chaves non sarebbe qui".
Costruire in ogni comune dellitalia uno sportello di accoglienza è unaltra proposta della deputata dellUnione "perché lemigrante che ritorna si sente estraneo, rifiutato, perché non parla bene la lingua. La mentalità dellaccoglienza fa crescere un paese: la Spagna lha capito e lavora a stretto contatto con le comunità allestero. Noi, invece, le vediamo ancora come una minaccia, come persone che chiedono e mai come perone che hanno anche dato e danno". Infine, daccordo con Micheloni, ha difeso limmigrazione in Italia, "una ricchezza – ha concluso – che lItalia deve capire, senza temere la minaccia dellidentità. Con questa mentalità, allora, non dovrebbero sposarsi nemmeno fra noccianesi e pescaresi". (segue)