Dibattito sull´emigrazione a Nocciano: i contributi del senatore

17 Luglio 2006   12:07  

Il senatore Claudio Micheloni ha detto che la tanto ripetuta valigia di cartone bisogna dimenticarsela una volta per tutte: "Dobbiamo cambiare approccio perchè le storie di emigrazione sono diverse, legate alle realtà dei vari paesi dove ci si è trasferiti. Se noi corregionali all’estero siamo una risorsa bisogna cambiare il punto di vista di questa realtà. Ormai i nostri figli si sono ottimamente inseriti, non si può parlare più di nostalgia di ritorno, perché sloro hanno un’altra priorità d’inserimento: devono essere protagonisti dell’economia, esercitare i diritti politici. I nostri ragazzi non ferquentano le associazioni di emigrati perché sono gestite ancora dagli stessi di sempre e sono sempre più un pezzo del passato". Sulla novità degli eletti all’estero, l’unico senatore estero abruzzese ha detto che giungono con 30 anni di ritardo, "anche se le nuove generazioni non hanno partecipato molto e si chiedono, sbagliando, perché devono votare per l’Italia. Io ho cercato di far capire loro che ha senso perché, anche in questo modo ci può essere per loro una marcia in più nei paesi dove vivono". Alla Regione, Micheloni ha ricordato che deve impostare un nuovo rapporto con i nuovi abruzzesi "sennò siamo fuori dalla storia". I parlamentari, invece, devono lavorare per risolvere problemi materiali come la rete consolare, la scuola, le pensioni e il fisco: "Qqueste sono le nostre priorità con in più la capacità d’intervenire per gestire l’immigrazione in Italia. Falliremo, come eletti all’estero, se non saremo in grado di far integrare chi viene in Italia, perchè tutte le tensioni internazionali che viviamo sono quelli di donne e uomini che salgono sui barconi per sopravvivere. Non dimentichiamo che anche noi siamo stati clandestini con la valigia di cartone".

La Bafile, incalzata dalla D’Eusanio, si è soffermata sul problema degli emigrati ormai anziani che non ce l’hanno fatta, "un problema che accomuna tutto il Sudamerica. Sorti che oscillano e che oggi dipendono dagli altri connazionali e dal volontariato di persone come la Granchelli. Di Matteo – ha anticipato la deputata e giornalista italo-venezuelana – "sta portando avanti in questo senso importanti iniziative: la Regione ora lavora diversamente, ma a tuttoggi per chi è in difficoltà non ci sono aiuti seri, c’è solo la carità consolare che dipende a sua volta dall’umore del funzionario di turno che decide se quell’italiano è sufficientemente affamato. Ho già chiesto al Parlamento di trasformare la carità in diritto, perchè un sussidio per noi basso in Sudamerica aiuterebbe a superare il problema della fame di nostri connazionali che non è che si sono impegnati meno ma la vita fa prendere determinate strade. Ma ognuno che è partito, ha lavorato ed è stato l’unico della famiglia che ha avuto il coraggio della partenza e del distacco e ha fatto campare in Italia tutta la famiglia. Ecco perchè gli abruzzesi che sono fuori sono persone vostre, non sono da buttare. Poi bisogna aiutare con una legge istitutiva di assicurazione chi ha problemi di salute (che in Sudamerica è privata e carissima), legge che con Di Matteo abbiamo già definito. Oggi chi si ammala perde tutti i risparmi", ha concluso la deputata eletta in Venezuela, paese oggetto delle prime iniziative del Cram e che ha visto a Nocciano la presenza di Rodrigo Chaves, ambasciatore in Italia di Caracas: "La sua presenza – ha sottolineato la Bafile - dimostra che siamo una forza comune, che stiamo lavorando insieme, che c’è in Venezuela una comunità apprezzata sennò Chaves non sarebbe qui".

Costruire in ogni comune dell’italia uno sportello di accoglienza è un’altra proposta della deputata dell’Unione "perché l’emigrante che ritorna si sente estraneo, rifiutato, perché non parla bene la lingua. La mentalità dell’accoglienza fa crescere un paese: la Spagna l’ha capito e lavora a stretto contatto con le comunità all’estero. Noi, invece, le vediamo ancora come una minaccia, come persone che chiedono e mai come perone che hanno anche dato e danno". Infine, d’accordo con Micheloni, ha difeso l’immigrazione in Italia, "una ricchezza – ha concluso – che l’Italia deve capire, senza temere la minaccia dell’identità. Con questa mentalità, allora, non dovrebbero sposarsi nemmeno fra noccianesi e pescaresi". (segue)


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