Diffuse manifesti anti Ratzinger e parroco di Tocco, medico assolto dall'accusa di vilipendio

04 Novembre 2014   10:33  

Aveva a modo proprio ripercorso le orme di Pasquino, il celeberrimo personaggio mai precisamente identificato che, nella Roma del XVI secolo, scriveva sui muri della Città Eterna versi satirici nei confronti dei Papi.

I fatti risalgono al maggio scorso: Marino Eustachio Pinti, 57enne di Tocco da Casauria, medico ortopedico e dirigente del locale circolo di Rifondazione comunista, aveva diffuso ed affiisso manifesti che, secondo l'accusa, offendevano papa Benedetto XVI (al tempo ancora in carica) ed il parroco del paese, don Michele Persichitti, senza risparmiare frecciate nemmeno ai fedeli toccolani per l'appunto firmandosi "Pasquino".

Nello specifico, Pinti aveva scritto e diffuso la seguente lettera-manifesto, riferendosi a don Persichitti: "Non lo turba nemmeno che il suo amato Papa sia stato rinviato a giudizio da un tribunale americano per aver nascosto e protetto un cardinale americano accusato di aver violentato sessualmente centinaia di bambini fra i 7 e i 14 anni. Non lo turba nemmeno il fatto che il fratello del Papa, per sua stessa ammissione abbia preso a sculacciate, e chissà quanto godeva nel farlo, centinaia di bambini del coro della cattedrale in Germania".

In conseguenza di un esposto firmato da alcuni suoi concittadini, Pinti è stato dunque dapprima rinviato a giudizio con le accuse di "aver offeso il prestigio del Pontefice (Benedetto XVI) e la religione cattolica mediante vilipendio del parroco (di Tocco da Casauria) don Michele Persichitti e dei fedeli locali definiti 'poveri burini toccolani abituati a leccare i preti e i politici'", ma il giudice Maria Michela Di Fine lo ha assolto "poiché il fatto non sussiste".

Il magistrato, partendo dalla considerazione secondo cui  la norma tutela l'onore e il prestigio del Sommo Pontefice, ha infatti concluso che nella frasi non si rilevava menomazione pubblica del profilo di papa Ratzinger, ritenendole prive di giudizi di (dis)valore e lesivi di onore, mentre per quanto riguarda le presunte offese alla religione ha ritenuto di non dover procedere "non risultando il vilipendio del parroco e dei parrocchiani".

Il non atto a procedere si è verosimilmente avuto anche in virtù del fatto che il parroco ed i fedeli di Tocco, pur presentando l'esposto, non avevano provveduto ad esporre una vera e propria denuncia/querela, senza dunque richiedere che si procedesse.


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