Dissesto finanziario Ial Cisl, chiusa l'inchiesta: 21 indagati

23 Luglio 2009   14:58  

Con il deposito dell'avviso di conclusione delle indagini il pm del tribunale di Pescara, Andrea Papalia, ha chiuso l'inchiesta a carico di 21 persone che secondo l'accusa, a vario titolo, associandosi tra di loro ed operando "con una netta distinzione di ruoli hanno contribuito al dissesto finanziario dello Ial Csl Abruzzo Molise". A notificare l'avviso di conclusione delle indagini e l'informazione di garanzia, il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Pescara. Nel mirino dirigenti, amministrativi, consulenti contabili, commercialisti, impiegati, fornitori vari e funzionari di banca. Le indagini sono partite nell'estate del 2007 a seguito di un esposto da parte del commissario straordinario dell'ente Ial Cisl Abruzzo Molise, con cui denunciava "la grave situazione economica e finanziaria dell'ente di formazione, rilevando che le attivita' di ispezione e di verifica interne svolte dagli stessi organismi interni avevano consentito di accertare un grave dissesto finanziario e patrimoniale dello stesso quantificabile in un importo superiore ai dieci milioni di euro".

A seguito dell'esposto i finanzieri hanno avviato una ampia attivita' di indagine sulle movimentazioni finanziarie dello Ial Cisl relative al periodo di tempo compreso tra il 2000 e il 2006. In questo modo sarebbero emerse numerose illeicita' "commesse nella gestione dell'ente sia nell'acquiszione al patrimonio dell'organismo di formazione di ingenti risorse finanziarie provenienti da finanziamenti regionali e comunitari destinati alle attivita' di formazione, sia nella sistematica 'distrazione' di tali risorse per finalita' di arricchimento personale da parte di coloro che in quegli anni hanno diretto e gestito l'ente di formazione". La Guardia di Finanza ha accerato l'esitenza di un gruppo di persone che ha ideato, realizzato e sviluppato un sistema finanziario illegale: "una struttura finanziaria abusiva, 'imprenditorialmente' impiantata nella regione Abruzzo con peculiarita' originali e singolari, sostanzialmente 'impadronitasi' dell'ente, di cui sfruttare a proprio vantaggio le potenzialita', utilizzandole per evidenti illecite finalita' di arricchimento personale". Stando alle indagini tale attivita' e' stata posta in essere "da una complessa struttura criminale composta nella sua compagine direttiva ed organizzativa secondo differenziati compiti e livelli di comando che, oltre ai vertici, prevedeva figure di factotum finanziari, coordinatori, destinatari di finanziamenti, consulenti, revisori e anche soggetti inconsapevoli".


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