Doccia fredda L'Aquila. Sconfitta e - 5 dalla promozione. L'Aquila - Campobasso 0 - 1

Rossoblù non pervenuti, decide Majella

03 Marzo 2013   18:46  

Ormai è un classico. Bene fuori, male dentro. L’Aquila interrompe a otto la serie utile di risultati e questa volta cede l’ intera posta in palio all’ avversario di turno, non giocando una partita che, alla vigilia, avevamo definito ‘esame di maturità’. Non tanto per lo spessore tecnico dell’ avversario, quanto per la capacità di imporsi al Fattori come invece succede spesso fuori.

Ma a dispetto di domenica scorsa, dove tutto era andato fin troppo bene, oggi peggio non poteva andare. Di mezzo, ovviamente, quelle famose ‘mura amiche’ che per L’Aquila targata Ianni (ma anche Graziani), tanto amiche non lo sono mai state, anzi. Che si chiami Salernitana, o che si chiami Campobasso, la sostanza non cambia. Inutile girarci attorno, ad imporre il proprio gioco L’Aquila proprio non ci riesce. Non ce l’ ha nelle corde, non l’ annovera tra le proprie caratteristiche. E se fuori con un paio di ripartenze capace che sbanchi tutto, al Fattori il discorso cambia. Trovi qualcuno più attendista di te e se ti dice male finisce che la perdi. Con l' aggravante che, stavolta, zero orgoglio al gol subito. Zero reazione, zero occasioni per rimontare. 

Metteteci poi  che il Pontedera invece si aggiudica il derby toscano e riscappa a più cinque e la purga, per il Fattori, è servita.

Da salvare? Solo la grinta di Infantino, che non a caso sigla l’ unico tiro in porta della partita.

Finisce con i fischi per L’Aquila e gli applausi per il Campobasso. Qualcuno, addirittura, tanto per non far mancare nulla, dalla tribuna azzarda anche un “venduti venduti” che alla delusione aggiunge autolesionismo. Una situazione figlia di quel clima avvelenato di cui tanto abbiamo scritto e che finisce per influenzare anche una società che a caldo sale in sala stampa (articolo a parte) solo per dire che un pubblico che applaude la squadra avversaria e che grida ai propri “venduti venduti”  non si era mai visto.

Tutto giusto, tutto vero, ma così si finisce per dare importanza ad uno sparuto gruppetto di spettatori amanti dell’ autolesionismo. La vera cazziata (scusate, ma ramanzina è troppo poco), andrebbe forse riservata ai protagonisti del campo. O meglio, alle comparse del campo. Magari nel chiuso dello spogliatoio e non a mezzo stampa.    

Capitolo a parte poi meriterebbero certe scelte tecnico – tattiche. Ma qui si scenderebbe nel campo delle scelte personali (Ianni in sala stampa si assumerà tutte le responsabilità) e in quelle digressioni da ‘senno del poi’ che non sono mai piaciute a chi scrive. Uniche osservazioni: un 4-4-2 tanto invocato quanto infruttuoso, uno spento Improta al posto di Infantino e un Ligorio in panchina.    

Adesso, che fare? Innanzitutto isterismi vietati da ambo le parti. Tanto equilibrio e polso fermo da parte della società. Mancano nove partite, ma le prossime quattro o cinque diranno già tanto. E con cinque punti di distanza inutile ricordare che non si può più sbagliare. Altrimenti si iniziasse a lavorare per tempo a preparare l’ ambiente ed a dosare le forze in vista dei play off.  

La cronaca. Novità 4-4-2, dicevamo, per L’Aquila. A sorpresa Agnello va in panca e D’Amico viene schierato largo a sinistra, come Ciotola a destra, con il compito di accompagnare il tandem d’ attacco altrettanto inedito Ripa – Improta. Leuci ancora tra i pali in luogo di Testa, Ligorio torna tra i convocati ma Gizzi, che a Foligno aveva fatto bene, viene confermato sulla sinistra.

Vullo risponde con un elementare sistema a specchio che, a conti fatti, imbriglierà L’Aquila.

L’Aquila parte con un’ insolita verve iniziale ma, buone intenzioni a parte, a pungere dopo 23 minuti è il Campobasso, con Majella che con un pallonetto a seguire scavalca la linea difensiva e spara forte di destro: traversa piena, poi Leuci blocca. L’ Aquila prova a rispondere al 32’ e al 36’ con il colpo di testa di Ripa e la punizione di Carcione, ma è poca cosa.

E ad inizio ripresa, quando tutti speravano nella zampata decisiva, a dare una svolta alla gara è il Campobasso. Majella riceve, punta Ingrosso che gli concede il piede preferito ed il gioco è fatto con un mancino a giro. Doccia fredda e rossoblù in bambola, con il solo Infantino a lottare. E’ suo l’ unico destro che impensierisce Iuliano al 10’. Leuci dice no a Di Vicino al 13’, mentre al 19’ D’Amico mette in mezzo per Infantino che anticipa l’ avversario ma manda a lato. Poi sbadigli e solite perdite di tempo fino al triplice fischio finale. L’Aquila esce sconfitta, il Campobasso applaudito.

L’AQUILA – CAMPOBASSO 0 - 1

MARCATORE Majella al 6’ s.t.

L’AQUILA (4-4-2):  Leuci 6,5; Rapisarda 6, Pomante 6, Ingrosso 5, Gizzi 5; Ciotola 5,5 (dal 4’ s.t. Triarico 5), Iannini 5, Carcione 5, D’Amico 5; Improta 5 (dal 10’ s.t. Infantino 6), Ripa 5,5 (dal 32’ s.t. Colussi s.v.). (Testa, Petta, Ligorio, Agnello) All. Ianni 5.

CAMPOBASSO (4-4-2): Iuliano 6,5; Silvestri 6, Minadeo 6,5, Marino 6,5, Boi 6; Pascucci 6, D’Allocco 6, Di Vicino 6,5, Esposito 6; Majella 7, Bussi 6 (dal 4’ s.t. Petrassi). (Cattenari, Di Libero, Grillo, Curcio, Giannuzzi, Fella) All. Vullo 6,5.

ARBITRO: Albertini di Ascoli 5,5.

NOTE: spettatori 850, incasso di 3600 euro circa. Ammoniti Esposito, Petrassi, Iuliano. Angoli 5 – 6 (a.f.)

.


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore