Doccia fredda dopo il sisma. Transcom chiude, in 276 a casa

Appena due mesi fa la proposta di rilancio

11 Giugno 2009   13:58  

Il 19 marzo scorso una conferenza stampa congiunta dei vertici aziendali della Transcom con i rappresentanti di Confindustria ed il vice presidente del Consiglio De Matteis, in rappresentanza della Regione, sanciva un patto per lo sviluppo, in base al quale l’azienda di call center annunciava l’impegno ad ampliare l’organico grazie ai fondi comunitari cui avrebbe avuto accesso a seguito della presentazione di innovativi progetti.
Oggi, dopo il terremoto, l’azienda ha deciso di chiudere i battenti in città, nei giorni scorsi la notifica di 276 licenziamenti, dopo che all’indomani del 6 aprile aveva proceduto al trasferimento di 77 dipendenti a Roma, Lecce e Bari.
Questa mattina l’incontro nella sede di Confindustria fra la proprietà e i sindacati dei lavoratori e alla presenza del direttore degli Industriali Cappelli si è risolto con un nulla di fatto. Attesa vana quella dei lavoratori fuori la sede di Confindustria, il country manager Boggio non si è visto.
Ora i sindacati confidano nel tavolo istituzionale convocato dal prefetto il 17 giugno.

(MS)


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