Doppi vitalizi: oggi in Consiglio l'attesa cancellazione

23 Aprile 2013   09:40  

Riceviamo da Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC Abruzzo, e pubblichiamo.

''All’ordine del giorno del Consiglio regionale c’è la proposta di legge per lo stop dei doppi vitalizi.

Spero che venga approvata e che comunque non si ricorra di nuovo al trucchetto del voto segreto come è successo sulla doppia preferenza di genere.

Ho presentato due anni fa un progetto di legge dopo che la mia posizione non era stata recepita nella legge 36/2011 che prevedeva appunto l’abolizione futura dei vitalizi ma nulla modoficava rispetto alla possibilità di cumulo.

Il fatto che sia stata definita a livello nazionale e regionale l’abolizione dei vitalizi che saranno sostituiti dal sistema contributivo a partire dalla prossima legislatura regionale non fa che rendere più assurdo che permanga la possibilità di cumulo per i vitalizi in essere e in via di maturazione.

La mia proposta di legge cancella una situazione insostenibile sul piano etico ed economico relativa alla possibilità di cumulare il vitalizio di ex-consigliere regionale con quello di ex-parlamentare.

Insomma se un ex-consigliere regionale matura il vitalizio anche in qualità di parlamentare non percepirà più entrambi i trattamenti come accade attualmente.

Con il mio progetto di legge si interviene sulla materia, con integrazione alla legge regionale 40/2010, prevedendo il divieto di cumulo dell’assegno vitalizio con altro analogo trattamento spettante per cariche elettive (parlamento nazionale, europeo o di altra regione).

Va precisato che rispetto alla prima proposta di legge che avevo presentato che prevedeva l’eliminazione totale del vitalizio regionale ho reso più soft la norma prevedendo la riduzione dell’80%.

Ho cercato di venire incontro alla vibrante protesta e preoccupazione di colleghi consiglieri preoccupati (sic!) per la sorte delle famiglie dei titolari di doppi vitalizi.

In Commissione ho sentito diversi colleghi esprimere viva preoccupazione per il destino delle famiglie degli ex-consiglieri, che a loro dire rischierebbero di essere travolte da problemi economici, eppure non li ho mai sentiti protestare quando venivano tagliati diritti acquisti a milioni di italiani.

Faccio loro presente che non morirà nessuno di fame dato che comunque gli ex-consiglieri continuerebbero a percepire il vitalizio da parlamentari che sicuramente è assai più cospicuo della gran parte delle pensioni degli italiani.

La legittimità della norma credo che non possa essere messa in discussione. Non si invochino i diritti acquisiti perché il vitalizio non è una pensione e infatti non è commisurato ai contributi versati.

Già la normativa prevede che sia sospeso il vitalizio regionale in caso di elezione al parlamento nazionale e/o europeo. Su mia proposta è stata approvata nel 2011 la norma che prevede che “La corresponsione dell’assegno vitalizio è sospesa qualora il titolare dell’assegno sia stato nominato Presidente, vice Presidente o componente di Consigli di Amministrazione o Revisore legale o componente di Collegio sindacale, o Direttore generale di Enti dipendenti dalla Regione, Consorzi, Agenzie, Aziende regionali”.

Queste norme sono uscite confermate nella loro legittimità dalla giustizia amministrativa (vedi ricorsi di Amicone). Non si capisce perché la medesima logica non debba applicarsi al doppio vitalizio. Anche chi ritenga giusto l’istituto del vitalizio per i parlamentari e i consiglieri regionali dovrà convenire che difficilmente si può giustificarne la sommatoria. Infatti secondo l’autorevole opinione della stessa associazione ex-parlamentari “l’indennità e il vitalizio, strettamente connessi nella loro funzione di garanzia della libertà di deliberare” sarebbero “conseguenza diretta del dettato costituzionale, come previsto dagli articoli 67 e 69.

Il vitalizio non è una pensione, ma un’assicurazione rivolta a garantire anche nel futuro l’indipendenza del parlamentare cessato dal mandato ed è fondata su un principio di mutualità e quindi con il concorso di contribuzioni solidali”. L’eliminazione del doppio vitalizio non preclude in alcun modo la “garanzia della libertà di deliberare”.

A garantire “anche nel futuro l’indipendenza del parlamentare” o del consigliere regionale dovrebbe essere sufficiente un solo vitalizio, altrimenti se ne dovrebbe dedurre che chi ha ricoperto o ricopre soltanto una delle due cariche istituzionali non può e non ha potuto esercitare in piena libertà il proprio mandato.

Semplicemente si reperiranno un po’ di risorse che potranno essere destinate alle politiche sociali che in Abruzzo subiscono da anni tagli ormai insostenibili.

Confido che la proposta sia accolta positivamente dall’intero Consiglio Regionale e costituisca uno stimolo anche per una riforma complessiva da parte del Parlamento.''

 


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