Dragaggio Pescara, concluse le indagini: dal 2011 a oggi tonnellate di fanghi gestiti illegalmente

29 Marzo 2013   10:25  

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara, hanno portato a compimento un'importante indagine di polizia giudiziaria coordinata e diretta dai Sostituti Procuratori della Procura della Repubblica di L'Aquila — Direzione Distrettuale Antimafia - D.sse Antonietta PICARDI e Simonetta CICCARELLI.

Le indagini sono durate dall'inizio 2011 fino all'ottobre 2012 ed hanno riguardato il l°, II° e III° lotto dei lavori di dragaggio del porto commerciale di Pescara.

In particolare, in merito al I° e al II° lotto, gli investigatori hanno accertato che nell'anno 2011 una quantità di circa 2.300 tonnellate di rifiuti costituiti da fanghi di dragaggio provenienti dal porto commerciale di Pescara venivano gestiti illecitamente, al fine di ottenere un rilevante risparmio dei costi di trattamento, attraverso l'attribuzione di un codice CER di comodo in modo tale da essere conferiti in un sito gestito da imprenditori compiacenti, autorizzato al recupero di rifiuti, dove venivano fraudolentemente declassificati in materia prima secondaria senza essere sottoposti ad alcuna attività di recupero o all'occorrenza smaltiti illegalmente mediante interramento nei sito stesso o abbandonato nei terreni adiacenti.

Le attività illecite proseguivano, con il III° lotto, ad opera di altri imprenditori e amministratori pubblici anche nell'anno seguente, con l'intenzione di smaltire altri fanghi di dragaggio del porto commerciale di Pescara in mare aperto, attività prontamente interrotta dal NOE che ha eseguito, attraverso un consulente nominato dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i campionamenti dei fanghi le cui analisi hanno evidenziato parametri analitici al di fuori dei limiti di legge a differenza di quelle eseguite dai laboratori Arta precedentemente.

I risultati analitici del CTU trovavano successivamente riscontro dalle analisi eseguite dall'Istituto Superiore dì Sanità.

Tra gli amministratori figura Luigi Minenza, del Provveditorato alle opere pubbliche. Per questi lavori, la cui stazione appaltante era proprio il Provveditorato alle opere pubbliche e la ditta esecutrice era la Nicolaj, i carabinieri del Noe, coordinati dal capitano Fiorindo Basilico, hanno accertato che nel 2011 i fanghi prelevati dal porto nell'ambito del dragaggio, per una quantita' di 2.300 tonnellate, sarebbero stati gestiti illecitamente. Si procedeva cioe', per l'accusa, alla l'attribuzione di un codice dei rifiuti di comodo, per risparmiare sui costi di trattamento del materiale che veniva conferito in un sito di Moscufo (Pescara) autorizzato al recupero dei rifiuti e gestito da imprenditori compiacenti. Qui, sostengono i carabinieri, il materiale veniva fraudolentemente declassificato in materia prima.

Gia' in passato i carabinieri del Noe di Pescara avevano effettuato due sequestri del sito, nel corso delle indagini, e oggi sempre i militari del Noe hanno eseguito una ordinanza di sequestro preventivo proprio di questo sito oltre che di un mezzo usato per il trasporto degli stessi materiali e di somme di denaro presso i conti correnti sia del pubblico amministratore, Luigi Minenza, per un presunto episodio corruttivo, che per i due Nicolaj esecutori del dragaggio. Si parla di oltre centomila euro.

Le imprese coinvolte sono quindi sia la Nicolaj che quella che si occupava della discarica, oltre ai trasportatori e alla ditta che si occupava del trattamento del materiale dragato.

Oggi, in esecuzione dei provvedimenti del Gip del Tribunale dell'Aquila Marco Billi, sono state eseguite misure interdittive. Per un amministratore pubblico, Minenza, si e' provveduto alla sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici, per la ditta assegnataria della gara d'appalto, Nicolaj, e' stato disposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. C'e' anche la misura cautelare del divieto temporanero dall'esercizio delle imprese e/o uffici direttivi di persone giuridiche e imprese per il legale rappresentante e per il responsabile tecnico della ditta Nicolaj che ha eseguito il dragaggio, e i soggetti interessati sono padre e figlio. 

I Carabinieri del NOE di Pescara eseguivano altresì ordinanza di sequestro preventivo del sito che aveva ricevuto i fanghi, di un mezzo di trasporto degli stessi, e di somme di danaro presso i conti correnti bancari sia del pubblico amministratore, per un episodio corruttivo, che per i due imprenditori esecutori dei dragaggio.


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