Dragaggio rimandato a settembre: esplode la rabbia contro una classe politica inetta

08 Aprile 2013   10:45  

Il dragaggio del porto di Pescara, che la Marineria cittadina attende con sempre maggiore impazienza da ormai nove mesi, sembra essere vittima di una sorta di maledizione che impedisce ai lavori di partire definitivamente: ogni qual volta le istituzioni affermano con orgoglio la prossima partenza delle operazioni, puntualmente qualche giorno dopo salta fuori qualche problema che la rimanda di nuovo.

Ed a rimetterci più di chiunque altro sono i marittimi ed i lavoratori del porto, vogliosi e bisognosi di tornare a svolgere le proprie occupazioni ma impossibilitati a farlo.

L'ultimo capitolo della telenovela ha visto Carlo Alberto Marconi, amministratore delegato della SIDRA, società che si é aggiudicata l'appalto per il dragaggio, ammettere definitivamente, nel corso dell'incontro tra istituzioni e Marineria presso la Provincia, che le operazioni non potranno prendere il via prima di settembre, scatenando la rabbia dei marittimi, sempre più preoccupati per il futuro delle proprie famiglie oramai allo stremo, anche in conseguenza del mancato ristoro di 3 milioni di euro che l'UE non sembra propensa a concedere e per il quasi certo fermo pesca.

Presi di mira con insulti di vario tipo, oltre a Marconi, il prefetto Vincenzo D'Antuono, l'assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo, il presidente della Provincia Guerino Testa e il sindaco Luigi Albore Mascia.

Il rappresentante e portavoce dei marittimi, Mimmo Grosso, oltre a chiedere per l'ennesima volta chiarezza sul rinvio dei lavori e sul mancato ristoro, ha affermato di essere pronto, insieme all'intera categoria, a Dragaggio Porto, tensione oggi in Provincia: marineria sul piede di guerra
presentare una denuncia in Procura per chiedere il risarcimento dei danni materiali e morali e, soprattutto, ha annunciato nuove clamorose manifestazioni di protesta, che vanno dall'intenzione di bloccare il traffico sull'asse attrezzato alla minaccia di occupazione della sala del consiglio comunale.

Nel frattempo, é prossimo ad iniziare un nuovo capitolo della vicenda: l'ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente), dopo aver respinto qualsiasi accusa di responsabilità nei continui rinvii delle operazioni, ha annunciato di aver concluso positivamente le analisi e di poter dare una risposta definitiva entro l'8 aprile, ossia oggi.

La speranza, naturalmente, é che si possa scrivere al più presto la parola "fine" su una situazione sempre più drammatica per coloro che lavorano nel porto di Pescara o anche solo grazie ad esso, in maniera più o meno diretta, e che sotto molti aspetti rasenta, e forse supera già abbondantemente, l'assurdo ed il patetico. Senza dimenticare l'inchiesta tuttora in corso, promossa dalla Procura dell'Aquila e relativa all'appalto per il dragaggio del 2011, nella quale é coinvolto tra gli altri lo stesso Guerino Testa, che prescinde totalmente da quanto sta accadendo da nove mesi a questa parte ma di certo getta ulteriore discredito sulla vicenda.

Occorre tenere a mente, inoltre, che il dragaggio é un'attività che si svolge periodicamente in qualsiasi porto sin dai tempi antichi senza particolari problemi, per cui risulta difficile capire come mai, nel 2013, sorgano per un'operazione talmente consueta problemi così difficili da risolvere e domande cui é così difficile trovare risposte esaustive e, soprattutto, definitive.

Lorenzo Ciccarelli

 

 

 



 

 


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