Dramma Morosini, in migliaia a Bergamo per l'ultimo saluto

19 Aprile 2012   11:22  

La chiesa di San Gregorio Barbarigo del quartiere Monterosso di Bergamo, si e' riempita in netto anticipo lasciando fuori migliaia di persone. I funerali di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno deceduto sabato scorso dopo il malore accusato nella partita dell'Adriatico contro il Pescara, sono iniziati alle 11, ma dalle prime ore della mattinata e' iniziata la processione delle persone che vogliono dare l'ultimo saluto al "Moro". Presenti al gran completo l'Atalanta e il Livorno, gia' in chiesa anche il presidente della Figc, Giancarlo Abete, il vice Demetrio Albertini, il ct della Nazionale azzurra, Cesare Prandelli, e altri dirigenti del calcio italiano e dei vari club. 

DON MANENTI, "ONESTO E FORTE COME UN ULIVO" 

"Onesto come un ulivo". Nel corso dell'omelia al funerale di Morosini, il celebrante, don Luciano Manenti, per molti anni amico del calciatore scomparso, ha paragonato il giovane ad un ulivo, frutto della terra bergamasca. "I campi sono quelli di calcio. Non erano ancora quelli prodigiosi dell'erba sintetica. Erano spazi strappati alle pendenze della collina. Un campo di sabbia polverosa d'estate, ghiacciata d'inverno. Ma un campo prima di tutto e' terra. E questa terra, questa nostra terra produce frutti benedetti e umili. Che siano l'operaia, il papa della carezza, o i papa' e le mamme, i bambini e ragazzi che riempiono i nostri oratori - ha continuato - questa terra ci insegna che dal niente non viene niente. E che occorre coltivare con cura e con sudore, che occorre essere onesti ma anche capaci di perdono. Per Mario e' solo l'ultimo dei frutti di questo mondo. Se penso a un albero mi viene in mente l'ulivo, e la spremitura del suo frutto che produce fragranza nuova. Un processo che passa dal torchio e dal legno nodoso dell'albero. Un albero che e' l'albero di Gesu'. E come Gesu' il nostro Pier ha vissuto tanti getsemani ma anche tante resurrezioni. Questa e' solo la piu' evidente". 

TIFOSI FUORI DALLA CHIESA, SEI NEI NOSTRI CUORI 

"Nei nostri cuori, Piermario nei nostri cuori". Con questo coro, urlato dai tifosi fuori dalla chiesa di San Gregorio Barbarigo del quartiere Monterosso di Bergamo, sono iniziati i funerali di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno deceduto sabato scorso in seguito al malore accusato sabato scorso durante la partita di Pescara. Un coro subito accolto da don Luciano Manenti. "Davvero Mario e' nei nostri cuori, ora ci dobbiamo aiutare anche se non ci conosciamo tutti, siamo obbligati ad accoglierci gli uni con gli altri. Io non ho paura, siamo qui non solo per Mario, ma siamo qui con Mario. Questa e' stata la cosa bella di questi giorni, chiamati da Mario e per mezzo di Mario siamo stati un 'noi'".

A MESSA CANZONI LIGABUE E IL "GRAZIE" MAMMA FIDANZATA 

 Piermario Morosini era un appassionato di musica e tra i suoi cantanti preferiti c'era Luciano Ligabue. Ecco perche', durante la cerimonia funebre, il coro della chiesa di San Gregorio Barbarigo del quartiere Monterosso di Bergamo, ha intonato le canzoni 'Il giorno di dolore che uno ha' e 'Non e' tempo per noi' del cantautore di Correggio. Durante la cerimonia ha parlato anche la mamma di Anna, la fidanzata del giocatore del Livorno, deceduto sabato scorso a Pescara. "Abbiamo perso un figlio e un fratello, il dolore e' grande ma sappiamo che non ci vuoi tristi ma con il sorriso, quel sorriso che illuminava sempre tuo viso", le parole della signora Mariella che poi, commossa, ha proseguito: "ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita, ti ringraziamo per tutto quello che hai dato alla nostra Anna, ma ti chiedo un favore, almeno dal cielo chiamami Mariella e non piu' signora: Sarai sempre con noi, proteggici dal cielo, ti vogliamo bene".

SU BARA MAGLIA LIVORNO, GRANDE APPLAUSO USCITA CHIESA 

Un lunghissimo applauso della folla ha accompagnato l'uscita del feretro di Morosini, coperto dalla sua maglia numero 25 del Livorno. Poi il coro dei tifosi: "Mario uno di noi". Durante la messa ha parlato anche don Remo Luiselli, parroco di Monterosso che ha ricordato le giornate trascorse da Morosini con i ragazzi dell'oratorio. "Quando uno ha una carriera davanti come aveva Piermario forse si sente 1-2-3 gradini piu' in alto rispetto agli altri, Mario no, quando veniva all'oratorio si metteva a giocare con i bambini di sei anni e metteva tutta la sua passione nel regalare la sua esperienza. Stava con i bambini volentieri. C'era una cosa che non gradiva, che gli venisse ricordato il dramma di suo fratello, i problemi della sorella e il fatto che fosse rimasto orfano molto giovane, si capiva che gli apriva la ferita che aveva nel cuore".

"Dal Paradiso - l'invito che don Luiselli ha rivolto a Morosini - fai in modo che tanti giovani guardino a te come un modello, perche' la gioia si possiede dentro, non si puo' dare se non la si ha e tu, nonostante le tante prove, avevi la gioia dentro e l'hai saputa comunicare agli altri". Poi don Luiselli ha ringraziato "le tifoserie si sono comportate in maniera stupenda e questo vuol dire che la pasta dei nostri giovani e' sana, dico a loro di portare Piermario come modello di riferimento".


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