Due donne bloccate durante i colloqui in carcere: una con hashish, l'altra con un microcellulare nascosto nelle parti intime.
La Polizia Penitenziaria ha fermato due donne, rispettivamente di 70 e 25 anni, nel carcere di Castrogno a Teramo, mentre cercavano di introdurre droga e microcellulari. Le due sono state scoperte durante i controlli prima dei colloqui con i loro familiari detenuti. La donna più anziana, già coinvolta in un tentativo simile a luglio, è stata denunciata per aver nascosto un microcellulare nelle parti intime, con l’intenzione di consegnarlo al figlio recluso. La 25enne, invece, è stata arrestata in flagranza di reato, dopo che le autorità hanno trovato 190 grammi di hashish nascosti nelle sue parti intime, destinati al marito detenuto.
Dopo l'arresto, la giovane è stata posta agli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima. Entrambe le donne risiedono nella provincia di Teramo.
La notizia è stata diffusa da Giuseppe Pallini, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che ha lodato l’operato delle forze dell’ordine: "Un ottimo intervento da parte dei colleghi di Teramo, che ancora una volta hanno dimostrato grande professionalità e attenzione nella lotta al traffico illecito all'interno delle carceri".
Pallini ha anche sottolineato come simili tentativi di far entrare materiale illecito siano purtroppo frequenti e ha colto l'occasione per richiamare l'attenzione delle autorità competenti. Il SAPPE ribadisce l'urgenza di dotare il personale di strumenti tecnologici più avanzati per il controllo e la sicurezza negli istituti penitenziari. "È fondamentale – continua Pallini – che i vertici dell'amministrazione penitenziaria intervengano, fornendo al personale in servizio adeguate risorse per contrastare il traffico di stupefacenti e di dispositivi illegali, come i microcellulari".
Il sindacato ha da tempo evidenziato la necessità di adottare nuove tecnologie di sorveglianza, come i body scanner e altri sistemi avanzati di rilevamento, per evitare il passaggio di sostanze e dispositivi all’interno delle carceri. Nonostante gli sforzi costanti degli agenti di Polizia Penitenziaria, che operano in condizioni spesso difficili, i tentativi di introdurre droga e strumenti di comunicazione illegali sono in aumento.
Le due vicende avvenute a Castrogno non sono episodi isolati, ma rientrano in un fenomeno più ampio che affligge diverse strutture penitenziarie in tutta Italia. L’introduzione di microcellulari è particolarmente preoccupante, poiché permette ai detenuti di mantenere contatti con l’esterno, facilitando attività illegali anche durante il periodo di detenzione.
L’intervento tempestivo della Polizia Penitenziaria in questo caso ha impedito che tali materiali entrassero nel carcere, evidenziando ancora una volta la necessità di potenziare le misure di sicurezza a supporto del personale.