Droga: narcotraffico Napoli-Teramo, 14 arresti e sequestri

23 Gennaio 2014   23:29  

Nessuno degli arrestati (l'indagine e' condotta dal sostituto procuratore della Dda dell'Aquila, David Mancini mentre le ordinanze di custodia contenute in 281 pagine sono state firmate dal gip Marco Billi) e' appartenente alla criminalita' organizzata, ma per tre di loro tra i quali spicca il vertice dell'associazione, e' stata contestata la contiguita' alla camorra degli scissionisti. A tutti i responsabili e' stata contestata l'associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l'aggravante del cosiddetto metodo mafioso. L'indagine ha consentito di delineare la struttura organizzativa di un sodalizio, con al vertice Di Costanzo contiguo al clan camorristico 'Amato-Pagano' , in grado di approvvigionare consistenti quantitativi di cocaina, reperendola nella zona di Melito di Napoli e di Secondigliano, per poi trasferirla nel territorio aprutino e piceno, al fine di commercializzarla lungo la fascia costiera. Di Costanzo, arrestato a Barcellona nel 2005 con il capo degli scissionisti Amato Raffaele, nel 2012 si era trasferito sulla costa adriatica, verosimilmente per sfuggire alla violenta spaccatura riscontrata in quel periodo tra gli stessi scissionisti con il gruppo 'Vanella-Grassi', stabilendo la propria dimora, in un primo momento a Martinsicuro (Teramo), dove aveva aperto una rivendita di mozzarelle, e successivamente a San Benedetto del Tronto, dove si e' definitivamente radicato. L'associazione era strutturata su un secondo livello operativo costituito da costituito da collaboratori, con incarico di organizzare i trasferimenti dello stupefacente per la successiva immissione della droga sul mercato, prevalentemente delle cittadine della costa adriatica, laddove veniva spacciata da decine di altri personaggi che la cedevano al dettaglio quale braccio terminale dei tentacoli di uno stesso programma criminale. Il sodalizio si mostrava particolarmente efficace nel cambiare i metodi di trasporto e occultamento dello stupefacente ad ogni sequestro operato dagli investigatori;nella predisposizione dei carichi mediante ordinazioni sino al dettaglio, lo smistamento e la consegna della droga (anche ad imprenditori affermati delle due province); nel reinvestimento dei proventi illeciti in attivita' commerciali su Teramo ed Ascoli (prodotti caseari, abbigliamento e rivendite di autoveicoli) gia' individuati e censiti; attivita' di supporto agli associati, dopo l' arresto (avvocati e mantenimento delle loro famiglie). L' associazione oggi disarticolata, comunque, non ha replicato nel Teramano e nell' Ascolano i caratteri di quella di stampo camorristico, tipica delle regioni ad alto indice di criminalita'. Il grande quantitativo di droga avrebbe fruttato all' intera struttura criminale un introito di circa un milione e mezzo di euro triplicabili al dettaglio.


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