Droga: sgominata organizzazione italo-albanese, 11 arresti

Operazione messenger della Finanza di Chieti

02 Agosto 2012   13:36  

Undici persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Messenger" portata a termine dopo un anno e mezzo di indagini dalla Guardia di Finanza di Chieti che ha sgominato un consistente traffico di droga gestito da albanesi. Nella mattinata di ieri i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Chieti hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, nei confronti di soggetti italiani ed albanesi dediti al traffico ed allo spaccio di droga.

Gli arresti si sommano ai 4 gia' eseguiti precedentemente nell'ambito della stessa attivita' investigativa. I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal colonnello Gabriele Miseri, comandante del Nucleo di Polizia Tributaria.

I militari sono partiti da accertamenti operati nei confronti di alcuni ragazzi di Francavilla al Mare notoriamente noti come consumatori e "pusher" della zona del litorale teatino. La successiva attivita' investigativa ha permesso di accertare che gli stessi venivano coadiuvati da altre persone con contatti diretti con pregiudicati residenti nel pescarese.

In particolare, le indagini hanno permesso di individuare due distinti sodalizi criminali, uno composto prevalentemente da cittadini italiani operanti tra Francavilla al Mare e Pescara e un altro da albanesi. Questi ultimi erano in diretto contatto con narcotrafficanti di stanza a Milano, Firenze e in Albania i quali provvedevano a gestire l'intero narcotraffico destinato in Abruzzo lasciando in una posizione subordinata il gruppo degli italiani.

Colui che gestiva la zona pescarese era un trentenne albanese (le cui iniziali sono J.O.), il quale aveva diretti contatti con i suoi connazionali residenti a Milano che erano i "canali di collegamento" con coloro che materialmente detenevano grosse quantita' di droga. Il referente principale di Milano, altro albanese, era L.S. 45 anni, pluripregiudicato, che manteneva i contatti con i vari corrieri.

Ogni qual volta il trentenne albanese aveva necessita' di reperire droga da cedere a sua volta ai trafficanti della zona di Pescara, contattava L.S. il quale si avvaleva di volta in volta di corrieri diversi che utilizzavano i mezzi di trasporto piu' disparati, da treni locali ad autovetture a noleggio. Proprio in una di queste circostanze e' stato intercettato un carico di circa tre chilogrammi di eroina che giungeva a Pescara in treno.

In un'altra occasione, i militari del Nucleo facevano irruzione in un appartamento di Montesilvano, dove sequestravano altri sei chili di droga oltre ad una pistola calibro 22 con matricola abrasa e relative munizioni. I cittadini italiani risultavano in una posizione subalterna rispetto agli albanesi, in quanto erano semplici "pusher" che si rifornivano costantemente da questi ultimi.

E' proprio grazie al gruppo degli italiani, che veniva dato il nome all'intera operazione, in quanto gli stessi utilizzavano il sistema di comunicazione informatico denominato appunto "Messenger", utilizzando delle terminologie in codice.

Nel corso delle indagini e' stato anche possibile rintracciare un latitante di etnia albanese che si nascondeva in un appartamento in pieno centro di Pescara, il quale, alla vista dei militari ha cercato anche di fuggire senza pero' riuscirvi.


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