Ecoemme, il ''giallo'' dei 10 milioni

Il peccato originale nell’affare eco emme a Montesilvano forse già evidenziato in una delibera di circa dieci anni fa in cui, a margine della costituzione della società mista, diversi consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione evidenziarono una serie di anomalie.

Anomalie sottolineate a gran voce nel corso degli anni anche da altri rappresentanti del Consiglio Comunale, ma sempre cadute nel vuoto, fino alla furente relazione alla quale avevamo fatto implicitamente riferimento nei giorni scorsi, dell’ex direttore generale del Comune Rodolfo Rispoli, una relazione consegnata di proprio pugno in Procura (guarda caso alla luce di  quella dettagliata denuncia Rispoli dopo appena 14 mesi fu costretto a lasciare il suo incarico). Rispoli mette in risalto il sistema di quasi monopolio della Deco la società privata proprietaria al 47,83% della Ecoemme, nella gestione dei rifiuti, non solo a Montesilvano ma anche in molti comuni dell’entroterra pescarese e poi fornisce numeri: l’aumento dei costi per l’ecoemme di oltre due milioni di euro dal ’99 ad oggi, aumento dei costi anche per la discarica, lievitati di oltre un milione e settecento mila euro, con relativo aumento del canone annuo per i contribuenti. Ma soprattutto, secondo un personale calcolo, ci sarebbe una differenza di quasi dieci milioni di euro, tra il risultato economico non superiore al 14% che la Deco avrebbe dovuto acquisire, e quello che avrebbe invece realmente acquisito secondo i bilanci presentati di anno in anno. Condizioni ben precisate nel famoso progetto offerta vanamente richiesto negli anni da numerosi consiglieri, ma pare mai allegato agli atti del capitolato d’appalto pubblico. Un campanellino d’allarme che se dovesse trovare riscontri potrebbe prefigurare ipotesi di gravi reati.

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